Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 06.22

Pianeta Migranti. Basta alla politica dell'emergenza e che fa spettacolo sui migranti

Si riempiono gli hotspot e si lascia morire in mare per dare l’idea che il problema è ingestibile.

| Scritto da Redazione
Pianeta Migranti. Basta alla politica dell'emergenza e che fa spettacolo sui migranti

 

I giorni scorsi, c’è stato un nuovo naufragio davanti a una spiaggia del Crotonese. Un barcone, partito da Smirne che trasportava circa 250 persone in arrivo da Iran, Pakistan e Afghanistan, non ha retto alle onde agitate e si è schiantato a pochi metri dalla costa. Decine di cadaveri, tra cui quelli di molti bambini, sono stati recuperati dalla Capitaneria di porto.

E’ purtroppo un trend tragico che si ripete quando il mare diventa più tranquillo.

A Lampedusa sono ricominciati gli sbarchi. Nell’ultimo anno, sempre più persone provenienti dall’Africa Subsahariana, in fuga dalla Libia, si mettono su barche fatte di lamiere a malapena saldate insieme e che portano 100, 150 persone. Molte vengono sfasciate dalle onde. Ma le ong dei salvataggi non ci sono più a soccorrere e si muore. E’ la politica di Piantedosi a bloccarle col fermo amministrativo, come per la Geo Barents di Medici Senza Frontiere, o a spingerle in porti così lontani da impedire altri salvataggi. E gli italiani, ‘brava gente’, acconsentono senza fiatare.

Le barche che ce la fanno, arrivano a Lampedusa. In meno di una settimana sono arrivate circa 5.000 migranti. Non è difficile immaginare cosa voglia dire essere confinati con altre 3.200 persone dentro l’hotspot di Contrada Imbriacola, che è costruito per ospitarne 389!

Dietro le inferriate, le persone sono così tante che è difficile perfino camminare. Si è addirittura smesso di distribuire i kit, l’acqua e il cibo per tutti. Alcune stanze sono completamente piene di rifiuti di qualunque tipo che non vengono smaltiti da giorni. A una settimana dall’attraversata in mare, alcune persone hanno ancora in dosso gli stessi indumenti.

I migranti che devono essere trasferiti in altre strutture ad opera delle navi militari hanno tempi di attesa lunghi. Manca il personale addetto alle procedure di identificazione necessarie per poter lasciare l’isola. Nell’attesa, qualche migrante non ce la fa e muore.

Gli attivisti dei movimenti di solidarietà denunciano la condizione terribile nell’hotspot di Lampedusa, non degna di un essere umano.

Il fatto di gestire gli arrivi solo come emergenza; il farsi trovare costantemente impreparati di fronte agli arrivi del tutto prevedibili, e quindi gestibili con strumenti specifici e misure accurate, è frutto di volontà politica. Si potrebbe evitare di fare di Lampedusa, il centro della presunta invasione, delle tragedie, del caos, ma si sceglie di non farlo. Bisogna far credere che l’immigrazione è del tutto fuori controllo e che servono misure restrittive e selvagge, come quelle del decreto Piantedosi.

In questo ultimo anno, l’Italia e l’Europa hanno aperto le loro frontiere a milioni di profughi provenienti dall’Ucraina. Le poche migliaia di persone in arrivo a Lampedusa non possono costituire un problema: un’accoglienza dignitosa non solo è un diritto fondamentale ma anche qualcosa di praticabile. Affinché la situazione cambi, sono necessarie decisioni politiche diverse da quelle portate avanti negli ultimi decenni e che si sono ulteriormente degradate con nuovo governo.

 

 

 

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