Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 14.39

Pianeta migranti. Conciliare sicurezza e accoglienza.

Dopo una campagna elettorale dominata dal tema dell’immigrazione, e di fronte ai risultati delle urne, la Chiesa ribadisce ancora una volta la necessità di tenere le porte aperte ai migranti. La sfida che spetta alla politica all'indomani del voto è di conciliare “due esigenze imprescindibili”: sicurezza e accoglienza.

| Scritto da Redazione
Pianeta migranti. Conciliare sicurezza e accoglienza. Pianeta migranti. Conciliare sicurezza e accoglienza. Pianeta migranti. Conciliare sicurezza e accoglienza. Pianeta migranti. Conciliare sicurezza e accoglienza.

Pianeta migranti. Conciliare sicurezza e accoglienza.

Dopo una campagna elettorale dominata dal tema dell’immigrazione, e di fronte ai risultati delle urne, la Chiesa ribadisce ancora una volta la necessità di tenere le porte aperte ai migranti. La sfida che spetta alla politica all'indomani del voto è di conciliare “due esigenze imprescindibili”: sicurezza e accoglienza.

"Impegnarsi per creare una visione positiva della migrazione": questo il consiglio del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, intervenuto alla plenaria dell'International Catholic migration commission (Icmc), l'organismo internazionale con sede a Ginevra, che riunisce i rappresentanti degli episcopati e delle organizzazioni impegnate con migranti e rifugiati in 50 Paesi del mondo.

“E’ necessario un cambio di atteggiamento verso i migranti e rifugiati da parte di tutti; il passaggio da un atteggiamento di difesa e di paura, di disinteresse o di emarginazione – che, alla fine, corrisponde proprio alla ‘cultura dello scarto ’ – ad un atteggiamento che abbia alla base la ‘cultura dell’incontro’, l’unica capace di costruire un mondo più giusto e fraterno”. Si tratta di “un lavoro d’informazione e di sensibilizzazione” per dissipare tanti pregiudizi e paure infondate che riguardano l’accoglienza degli stranieri e, senza nasconderci l’impegno che l’accoglienza richiede sotto molti aspetti, diffondere una percezione equilibrata e positiva della migrazione. Il cardinale Parolin, a margine dell’incontro ha risposto a queste domande:

In Italia hanno vinto le elezioni proprio i populismi e i partiti che hanno impostato la campagna elettorale contro i migranti. La Santa Sede è preoccupata?

“La Santa Sede sa che deve lavorare nelle condizioni che si presentano. Noi non possiamo avere la società che vorremmo, non possiamo avere le condizioni che vorremmo avere. Quindi credo che, anche in questa situazione, la Santa Sede continuerà la sua opera, perché è un’opera di educazione che prende molto tempo.

Importante è riuscire ad educare la popolazione a passare da un atteggiamento negativo ad un atteggiamento più positivo nei confronti dei migranti. E’ un lavoro che continua, anche se le condizioni possono essere più o meno favorevoli. Da parte della Santa Sede ci sarà sempre questa volontà di proporre il suo messaggio fondato sulla dignità delle persone e la solidarietà”.

Quale consiglio dare alle organizzazioni cattoliche impegnate in prima linea nell’accoglienza e integrazione dei migranti, nonostante i tempi difficili? “Impegnarsi per creare una visione positiva della migrazione. Perché ci sono tanti aspetti positivi della migrazione, che all’interno di tutta questa complessità non si percepiscono. Consiglio di continuare il loro lavoro sul terreno perché questo le contraddistingue e caratterizza, ma al tempo stesso non avere paura di aiutare la popolazione ad avere questo nuovo approccio.

Ha accennato anche alla necessità di vie legali e sicure per evitare che i migranti si affidino ai trafficanti: la Chiesa italiana sta investendo molto sui corridoi umanitari. E’ una esperienza replicabile anche altrove?

“E’ una di quelle buone prassi che potrebbero essere riprese e proposte in altre situazioni. Sono iniziative positive che danno risultati molto incoraggianti. Goccia dopo goccia, l’importante è non scoraggiarsi anche se il fenomeno è grande. Lentamente stanno emergendo risposte valide e solidali. Dobbiamo insistere e riproporre queste esperienze per imparare a vivere la realtà delle migrazioni in maniera positiva”.

La Santa Sede è molto impegnata nel lavoro sui Global compact

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