Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 14.13

Pianeta migranti. ‘Dieci cose da sapere su migranti e immigrazione’

E’ il titolo di un dossier della Caritas che smonta tutti i luoghi comuni sui migranti e rifugiati. L’obiettivo è fare chiarezza, dati alla mano, su una serie di affermazioni fuorvianti, utilizzate nella campagna elettorale.

| Scritto da Redazione
Pianeta migranti. ‘Dieci cose da sapere su migranti e immigrazione’ Pianeta migranti. ‘Dieci cose da sapere su migranti e immigrazione’ Pianeta migranti. ‘Dieci cose da sapere su migranti e immigrazione’ Pianeta migranti. ‘Dieci cose da sapere su migranti e immigrazione’

Pianeta migranti. ‘Dieci cose da sapere su migranti e immigrazione’

E’ il titolo di un dossier della Caritas che smonta tutti i luoghi comuni sui migranti e rifugiati. L’obiettivo è fare chiarezza, dati alla mano, su una serie di affermazioni fuorvianti, utilizzate nella campagna elettorale.

 

La gente dice: “Gli immigrati sono troppi” : Ci riferiamo in particolare ai rifugiati, che sono quelli percepiti come il gruppo più numeroso e difficile da gestire. Nel dossier si legge: “Secondo i dati del Ministero degli Interni i rifugiati a metà 2016 erano 131 mila su una popolazione di circa 60 milioni. In proporzione, vuol dire 2 per mille. Significa che, per una cittadina come Legnano che ha circa 25 mila abitanti sarebbero 50, in una come Macerata vivrebbero 84 rifugiati, in una città come Bologna circa 800. Di certo, non proprio un’invasione. Un numero gestibile attraverso lungimiranti politiche di accoglienza e integrazione che possano generare risorse sostenibili per i territori”.

“Tutti in Italia. E in Europa?” “In Europa la percentuale dei rifugiati rispetto alla popolazione totale è molto bassa, anche se in continua crescita. La Svezia rimane il paese con il rapporto più alto tra rifugiati presenti e popolazione, ovvero poco più di due rifugiati ogni 100 abitanti”.

“Gli immigrati ci rubano il lavoro”. : “Dal 2008 al 2016 la presenza dei lavoratori stranieri è passata da 1,7 milioni a 2,4 milioni (+41%). Nello stesso periodo, il loro peso sul totale degli occupati è cresciuto dal 7,3% al 10,5%. Gli immigrati fanno lavori di media e bassa qualifica. Oltre un terzo (35,6%) esercita professioni non qualificate, il 29,3% ricopre funzioni da operaio specializzato e solo il 6,7% è un professionista qualificato. E’ straniero il 74% dei collaboratori domestici, il 56% delle badanti e il 51% dei venditori ambulanti. E ancora: il 39,8% dei pescatori, pastori e boscaioli è d'origine immigrata, così come il 30% dei manovali edili e braccianti agricoli”.

“Gli stranieri non pagano le tasse” :“Secondo i dati della fondazione Moressa, sono 2,3 milioni i lavoratori stranieri, pari al 7,5% del totale, e pagano 7,2 miliardi di euro di Irpef, con un aumento del 6,4% in un anno. Non solo. Dal 2010 al 2016 l’Irpef degli stranieri è aumentato del 13,4%, mentre il gettito degli italiani è diminuito dell’1,6%.”

 “Immigrazione uguale terrorismo”: “Solamente il 6% degli attentati è stato compiuto da cittadini non europei, divisi tra migranti irregolari (2,64%), migranti regolari (2,64%) e soggetti con doppia cittadinanza (0,66%). Il restante 94% degli attentati è stato compiuto da cittadini europei nati in Unione Europea, dunque non c’è quasi mai un nesso diretto tra terrorismo e immigrazione.”

“L’immigrazione è un business”  “Tutta l’operazione che va dai salvataggi in mare fino alle scuole di italiano una volta giunti a terra, costa circa 3,7 miliardi l’anno (0,22% del Pil). L’unica cifra, però, su cui si fa polemica sono i 35 euro al giorno dati ai migranti. Una somma necessaria per le spese d’accoglienza che oggi riguardano oltre 180 mila persone. Nel 2016 si è trattato di circa 2,5 miliardi di euro. Una cifra che, diversamente da quanto si è detto, risulta ben distante dal giro d’affari della droga che si stima intorno ai 20 miliardi di euro l’anno. I 35 euro non sono consegnati al migrante ma servono alle organizzazioni per pagare gli affitti delle strutture, i servizi di pulizie, la preparazione e l’erogazione di pasti, gli stipendi dei loro operatori. Il richiedente asilo riceve solo 2,50 euro al giorno per fare fronte alle spese personali”.

“Hanno tutti il telefonino”: “Per i rifugiati che scappano da paesi distrutti dalla guerra come la Siria, l’Iraq e la Libia, lo smartphone è essenziale tanto quanto un giubbino salvagente – conclude Caritas - Il cellulare è indispensabile per comunicare con la famiglia lontana, per scambiarsi informazioni “di servizio” legate al viaggio o al luogo in cui si arriva e per sapere quali sono i tanti pericoli che si possono incontrare. Ecco perché il cellulare è il primo bene che una persona si porta dietro”.

 

 

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