Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 04.28

Pianeta Migranti. La crisi economica è colpa dei migranti?

E’ una tesi sostenuta da varie forze politiche che indicano nei flussi migratori la causa della povertà e delle disuguaglianze nel nostro paese. Una tesi elettorale mistificatoria per guadagnare voti. La vera causa è legata alle spericolate speculazioni finanziarie del 2008 con le conseguenti ripercussioni sull’economia reale in Europa.

| Scritto da Redazione
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Pianeta Migranti. La crisi economica è colpa dei migranti?

E’ una tesi sostenuta da varie forze politiche che indicano nei flussi migratori la causa della povertà e delle disuguaglianze nel nostro paese. Una tesi elettorale mistificatoria per guadagnare voti. La vera causa è legata alle spericolate speculazioni finanziarie del 2008 con le conseguenti ripercussioni sull’economia reale in Europa.

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Uno studio della fondazione David Hume per il Sole24Ore smentisce la tesi che “se ho meno torta io, non voglio stranieri.” Questo slogan, cavallo di battaglia dei populisti in campagna elettorale, appare falsa.

Lo studio è basato su dati Eurostat, ed è composto da due classifiche. Nella prima, viene definita la gravità della crisi economica in un Paese; nella seconda, viene classificata la paura per l’immigrazione, ovvero la percentuale di abitanti che, in un Paese, considera quello migratorio tra i due principali problemi.

Il risultato dice che gli Stati dove la crisi economica ha colpito più duramente sono quelli che non danno alcuna colpa all’immigrazione né hanno paura. La Grecia, ad esempio, pur essendo in vetta alla prima classifica, è 19esima nella seconda, con solo il 3,2% di persone che considerano l’immigrazione un problema importante.

Lo stesso discorso vale per la Spagna, secondo paese più martoriato dalla crisi e 21esima nella seconda classifica e Cipro terza vittima con anche il crack delle banche ma, pur essendo terra di sbarchi, con solo l’1,4% degli intervistati che vedono nei migranti un problema. E così a cascata, con un trend che coinvolge a scendere: Croazia (quarta e 27esima), Portogallo (quinto e 25esimo) o Slovenia (sesta e… ultima).

Lo studio evidenzia però, che ci sono paesi con bassa percezione della crisi ma alta paura dell’immigrazione. Il Regno Unito della Brexit, nel 2014 era al secondo posto sulla paura dei migranti, ma 23esimo in quello sulla gravità della crisi economica. Idem dicasi per l’Austria che tanto ha fatto parlare…, al settimo posto (su 28) contro l’immigrazione ma 19esima sulla percezione della gravità della crisi.

La piccola Malta, dove la crisi si è fatta sentire in un grado di 0,0/1 è prima per paura degli stranieri: il 34,3% dei cittadini li considera un problema.

Questa analisi offre vari spunti di riflessione. Oggi le opinioni si formano con risposte soggettive e non oggettive. Non si perde tempo a leggere studi, guardare grafici, farsi una cultura e leggere giornali. No, se certi leader politici predicano che la colpa è dei migranti, il messaggio passa. La logica è del tipo:  “io penso questo, quel politico mi dice che è così e io gli credo”.

Non siamo di fronte ad analisi serie, a proposte, o a un progetto di governo, a un’idea del mondo, ma a populismi belli e buoni. Siamo di fronte  a troppa politica che ha capito come tirar su voti, dipingendo scenari apocalittici e sfruttando il fatto che chi li vota non si fa tante domande e non avrà dubbi.

Ma come mai sempre più gente accetta una visione distorta della realtà e annulla lo spirito critico? Possono la disperazione e l’inquietudine ( soggettiva od oggettiva ) per il futuro spianare la strada agli imbonitori?

E’ indispensabile tornare a chiamare le cose col loro nome. Certamente, incolpare gli immigrati della recessione del paese è più facile che puntare il dito sulla quarta banca d’affari Lehman Brothers che, fallendo, ha messo in ginocchio gli Stati Uniti e affossato anche l’Europa  portando disoccupazione e povertà.

Però, si faccia attenzione perché qualcuno ha scritto che “il sonno della ragione genera mostri”.

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