Sabato, 27 aprile 2024 - ore 04.01

Pianeta migranti. I bambini rifugiati a Moria in Grecia non hanno né stalla né mangiatoia.

Il dolce Natale è una bestemmia per i bambini imprigionati al freddo al gelo e tra le violenze inaudite del campo di Moria, nell’isola di Lesbo. Tra di loro aumentano i casi di autolesionismo e di suicidio. Una Lettera di Medici senza frontiera ai leader europei: “Fermate questa follia.

| Scritto da Redazione
Pianeta migranti. I bambini rifugiati a Moria in Grecia non hanno né stalla né mangiatoia.


Pianeta migranti. I bambini rifugiati a Moria in Grecia non hanno né stalla né mangiatoia.

Il dolce Natale è una bestemmia per i bambini imprigionati al freddo al gelo e tra le violenze inaudite del campo di Moria, nell’isola di Lesbo. Tra di loro aumentano i casi di autolesionismo e di suicidio. Una Lettera di Medici senza frontiera ai leader europei: “Fermate questa follia.

Sono 38mila le persone bloccate sulle isole greche in condizioni disumane, a causa delle politiche di contenimento dell’Europa per i migranti. Tra loro ci sono anche 12mila bambini, condannati a una vita senza speranza. A denunciarlo è il presidente internazionale di Medici Senza Frontiere (Msf), Christos Christou che ha inviato una lettera aperta ai leader europei.

“Sono appena tornato dalle isole greche e sono scioccato da ciò che ho visto e dalle testimonianze che ho ascoltato dai miei colleghi che lavorano lì. Mi hanno raccontato di un bambino di 12 anni arrivato nella nostra clinica pediatrica di Moria, dopo essersi ripetutamente ferito tagliandosi la testa con un coltello. E mi hanno detto di una bambina di 9 anni con gravi ferite causate dall’esplosione di una bomba in Afghanistan. Sorrideva ancora, prima di arrivare in Grecia. Ma nei mesi che ha trascorso intrappolata sull’isola di Lesbo, ha smesso di parlare e di mangiare e si è completamente isolata dalla vita”.

“Sono sopravvissuti alla guerra e alle persecuzioni, ma il tempo prolungato vissuto in luoghi miserabili e insicuri come Moria ha portato molti dei nostri piccoli pazienti oltre il limite, fino all’autolesionismo e ai pensieri suicidi”, prosegue la lettera. “È per questi bambini, e per tutte le persone che voi politici europei continuate a intrappolare sulle isole greche, che oggi mi sento obbligato a inviarvi questa lettera”.

“I bambini nella loro prigionia sono costretti a vivere in un contesto che favorisce una violenza costante, inclusa quella sessuale o di genere, che colpisce bambini e adulti. Questa violenza scatena lo sviluppo di gravi sintomi psichiatrici.

Negli ultimi quattro anni, a Moria, la situazione umanitaria è peggiorata, anziché migliorare” si legge nella lettera, e negli ultimi tre mesi, una donna, un bambino e un neonato di nove mesi sono morti a causa delle pericolose e spaventose condizioni di vita e la mancanza di cure adeguate. Cercavano sicurezza in Europa, hanno trovato la morte in un centro di accoglienza europeo”.

Poi la lettera punta il dito contro le politiche europee: “Vi avevamo avvertito delle conseguenze umanitarie che avrebbe avuto il vostro accordo con la Turchia. Per questo noi abbiamo deciso di smettere di accettare fondi dagli stati membri dell’Unione Europea in segno di protesta. Oggi vediamo il risultato di quella decisione: uno stato di emergenza cronica e un ciclo continuo di sofferenza umana.

La situazione è paragonabile a quanto vediamo dopo disastri naturali o in zone di guerra in altre parti del mondo”, prosegue il presidente di Msf. “Fermate questa follia” e ancora: “Nessun argomento politico può giustificare misure che infliggono deliberatamente e consapevolmente danni alle persone. E vi abbiamo ripetutamente detto che queste politiche lo fanno. Smettete di ignorarlo, smettete di fingere che non sia così”.

 

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