Sabato, 27 aprile 2024 - ore 03.55

Pianeta migranti. Nel 2015 l’informazione scopre i migranti

La conferma sta nei numeri: +80% di notizie sui giornali, e +250% in televisione. Ma quali messaggi sono stati diffusi?

| Scritto da Redazione
Pianeta migranti. Nel 2015 l’informazione scopre i migranti Pianeta migranti. Nel 2015 l’informazione scopre i migranti Pianeta migranti. Nel 2015 l’informazione scopre i migranti Pianeta migranti. Nel 2015 l’informazione scopre i migranti

Secondo il Rapporto Carta di Roma "Notizie di confine”, sbarchi, tragedie, attentati terroristici hanno mantenuto costante l'attenzione dei media nel corso dell’anno.

Tra i giornali analizzati, il maggior numero di titoli sull'immigrazione è su Avvenire (300), seguito da il Giornale e la Repubblica (271), poi La Stampa e Il Corriere della Sera. Ma a caratterizzare la maggior parte dei titoli e delle notizie è il tono allarmistico e la tendenza a dare informazioni in modo decontestualizzato, soprattutto per quanto riguarda i Tg.

Il tono allarmistico è presente nel 47% delle notizie prese in considerazione: meno di 5 servizi su 10 hanno un registro potenzialmente ansiogeno; il restante 53% si divide tra titoli rassicuranti e titoli neutrali, che non esprimono alcun tipo di valutazione. I contenuti maggiormente ansiogeni non si riferiscono alla criminalità o alla cronaca nera come in passato, bensì agli sbarchi: «Il grande esodo», «In migliaia in marcia», «Si abbattono i muri»; si riferiscono ai racconti di un flusso che pare inarrestabile e che non è gestibile dagli stati e dalle popolazioni ed ai fatti di terrorismo.

Emerge una significativa differenza tra le testate proprio rispetto all’uso dei toni allarmistici: il Giornale ha il record di notizie ansiogene, associate al terrorismo, al - presunto scontro di civiltà e ai flussi migratori; all’opposto l’Avvenire e l’Unità dedicano più spazio all’approfondimento e privilegiano toni pragmatici e pacati.

Le immagini dell’esodo coi barconi verso le nostre coste raffigurano bene la disperazione dei migranti che non appaiono come soggetti criminali, ma come un pericolo per la nostra sicurezza, visto che i confini sono diventati permeabili alle crisi umanitarie lontane da noi.

Altro elemento che genera paura e sgomento è la narrazione che identifica il terrorismo con l’immigrazione. Il Giornale, per esempio, nel racconto degli arresti in Italia di affiliati al terrorismo di matrice jihadista,  accentua questi toni. Addirittura, dopo gli attentati di Parigi del novembre del 2015 usa lo stile della spettacolarizzazione e della paura, associando chi commette attentati a chi professa la religione musulmana. Anche titoli come «Machete, scabbia e malaria», evocano pericolose associazioni tra migranti, criminalità e malattie, con la conseguenza di presentare un’immagine degradante e deviante di migranti e profughi.

Dall’inizio di settembre, però, la diffusione della foto di Aylan, il bimbo siriano morto su una spiaggia della Turchia, cambia il modo complessivo di rappresentare gli arrivi e la gestione dell’accoglienza e ciò esercita un’influenza sulle scelte politiche di diversi paesi (Germania in testa) e sulle politiche di accoglienza e di asilo. Non a caso, diminuisce in modo significativo la quota di titoli/articoli allarmistici seppur in presenza di un picco di attenzione alto sul tema e questo dimostra che è possibile parlare delle tragedie senza calcare i toni drammatici e allarmare.

Non sono mancate però nel 2015 anche buone pratiche giornalistiche soprattutto in TV. Vari servizi hanno contestualizzato i fatti narrati, hanno fatto un approfondimento storico, geografico, politico dei fenomeni migratori: dallo sfruttamento lavorativo dei migranti, alla situazione in Libia, dalle rotte verso la Grecia, alla mappa delle strutture di accoglienza in Italia. Per esempio la rete SkyTg24, nel mese di novembre, nell’inchiesta – “Europa promessa” – in onda alla fine del Tg di prima serata, ha affrontato le questioni demografiche legate all’immigrazione, le condizioni di vita in Gambia, (uno dei paesi di origine dei migranti che restano in Italia), i tempi di attesa della burocrazia italiana per le pratiche di richiesta di asilo, il partito Pegida in Germania e l’accoglienza nei paesi del nord Europa. Tutte questioni che aiutano a contestualizzare il fenomeno, chiarendone forme e contenuti e aiutano la comprensione. Anche le redazioni regionali della Rai (TgR) delle regioni di frontiera, maggiormente esposte ai flussi migratori (come Sicilia, Calabria, Puglia e Sardegna) hanno dedicato molti servizi al fenomeno migratorio e, con l’aiuto di esperti e di rappresentanti di associazioni umanitarie, lo hanno raccontato senza creare paure né sensazionalismi, in una logica di corretta informazione a servizio dei cittadini.

Fonte: Terzo rapporto Carta di Roma 2015 “Notizie di confine” www.cartadiroma.org

1093 visite

Articoli correlati

Petizioni online
Sondaggi online