Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 17.16

Pianeta migranti. Benvenuto rifugiato a casa mia!

La pratica dell’accoglienza diffusa avanza in Europa e in Italia anche se i vari Paesi cercano di chiudere le frontiere ai flussi migratori. Ciò significa che l’umanità e la solidarietà delle persone sanno scavalcare i muri, abbattere le barriere e aprire le porte di casa.

| Scritto da Redazione
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Mettere in contatto i cittadini italiani e i richiedenti asilo, promuovendo l’accoglienza domestica diffusa è l’obiettivo di “Refugees Welcome”. Una piattaforma online realizzata nel 2014 da un gruppo di berlinesi per far incontrare chi fuggendo da guerre e povertà approda  in Europa con chi è disposto ad accoglierlo nella propria propria. L’iniziativa, già presente in Spagna, Polonia, Austria, ora arriva anche in Italia. Il progetto si chiama “Benevenuti rifugiati” e sta già raccogliendo tante adesioni. Il sito, nato dall’idea di una giovane coppia di Berlino, vede oltre 780 cittadini tedeschi mettere a disposizione la loro abitazione in parecchie città della Germania. A sostenere il progetto offrendo una stanza nella propria casa sono studenti, professionisti, single o coppie dai 21 ai 65 anni con situazioni abitative diverse. Chi vuole dare ospitalità  si iscrive nel sito “Refuges welcome” che si attiverà per mettere in contatto l’offerta coi richiedenti asilo presenti nelle strutture del territorio.

Ma chi paga? Sul sito tedesco è specificato che in alcuni casi sono i rifugiati stessi a pagare, se possono; altrimenti i costi sono coperti dal welfare federale e locale, o da microdonazioni raccolte tramite il sito. “Refugees Welcome Italia” (la cui piattaforma sarà on line a breve) si sta attivando per lanciare un croudfownding per attivare partnership con istituzioni e associazioni o partecipare a bandi di gara e avvisi pubblici.

Anche la Caritas promuove l’accoglienza diffusa

Dopo l’appello di papa Francesco a vivere il Giubileo della Misericordia anche accogliendo una famiglia di profughi in ogni parrocchia, Caritas Italiana ha lanciato un progetto di accoglienza e integrazione “Rifugiato a casa mia”. Un’iniziativa che nei territori testimonia ancora una volta cultura e valori umani condivisi nell’ottica del bene comune, e che sprona le comunità a diventare laboratori di un nuovo umanesimo, fatto di relazioni e di incontri.Hanno aderito al progetto oltre 170 le famiglie, 150 parrocchie e 30 istituti religiosi mettendo a disposizione circa 1.000 posti per stranieri in difficoltà che potranno trascorrere almeno 6 mesi in un contesto familiare protetto che cercherà di ridargli fiducia e speranza. Il perno di questa iniziativa è la famiglia anche nel caso di accoglienza in parrocchia o nell’istituto religioso: infatti, il beneficiario sarà comunque accompagnato da una famiglia della comunità in un percorso di integrazione che oggi, più che mai, appare la vera sfida dell’immigrazione.

“Rifugiato a casa mia“ è un’esperienza portata avanti nella totale gratuità in quanto i costi saranno interamente a carico delle famiglie e delle parrocchie; costi che alla fine saranno circa 6 volte inferiori a quelli sostenuti dalle Istituzioni verso le quali l’iniziativa Caritas intende svolgere solo un ruolo complementare soprattutto rispetto all’integrazione che rischia di restare ancora ai margini dell’attenzione.

 

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