Sabato, 27 aprile 2024 - ore 03.58

Pianeta migranti. Turchia, il limbo dei rifugiati.

L’Unione europea concede 3 miliardi di euro al governo turco per trattenere i migranti in Turchia. D’ora in poi i nuovi flussi arriveranno in Europa dalla rotta del Mediterraneo e dovremo contare altri morti.

| Scritto da Redazione
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Donald Tusk, presidente del Consiglio d’Europa all’apertura del recente vertice UE con la Turchia sull’immigrazione, a Bruxelles, ha dichiarato: “Il nostro principale obiettivo è contenere il flusso dei migranti verso l’Europa!”

In base all’accordo raggiunto coi 28 stati europei,  verrano concessi alla Turchia tre miliardi di euro per gestire l’emergenza migratoria: per migliorare le condizioni di vita degli oltre due milioni di rifugiati accolti nel paese e per rinforzare i suoi controlli alle frontiere. In cambio, la Turchia si impegna a fermare i migranti nei campi profughi impedendo loro di mettersi in viaggio per l’Europa e a rispedire rapidamente nei paesi di origine quelli ritenuti non idonei a ricevere protezione internazionale.

I governi europei, dunque, hanno affidato al governo turco il compito di chiudere le frontiere; ma le organizzazioni che si occupano di tutela dei migranti sono assai critiche su questo accordo.

Il CIR, Consiglio italiano per i rifugiati, fa notare che i milioni di siriani, accampati lungo il confine con la Siria o sparsi sul territorio turco non godono di un vero e proprio status e non hanno garantiti i diritti basilari come lavorare, mandare i figli a scuola e inserirsi nel contesto locale. Questo perchè in Turchia solo i rifugiati di origine europea possono ottenere l’asilo; quelli di nazionalità extra UE hanno diritto solo a uno status temporaneo che non assicura una protezione duratura.

E’quindi ovvio che i rifugiati, dopo anni di sosta in Turchia, vogliano raggiungere l’Europa in cerca di maggiore sicurezza. E’ altrettanto ovvio che tenere parcheggiati due milioni di migranti senza alcuna possibilità di inserimento, è tenere acceso un focolaio di disordine sociale pronto ad esplodere, un focolaio che può anche favorire la radicalizzazione islamica di tanti soggetti esasperati.

Inoltre, secondo il CIR, l’accordo fatto rischia di chiudere i rifugiati in un paese che non riesce a garantire le libertà fondamentali nemmeno per i propri cittadini: un paese non in grado di rispettare i diritti e i valori europei.

Ma pare che l’Europa abbia chiuso gli occhi sull’aspetto dei diritti umani essendo suo obiettivo prioritario contenere fortemente i flussi dalla Turchia verso l’Europa. “A tal scopo, quello che si deve temere, -sottolinea il CIR- è che l’esercito e la polizia inizino a controllare la costa turca e la costa orientale del Mediterraneo verso la Grecia, in modo da rendere impossibile l’uscita”. Un timore che ha trovato conferma subito pochi giorni dopo l’accordo stipulato con l’UE, quando la polizia turca ha arrestato ben 1300 migranti che cercavano di dirigersi verso le isole della Grecia.

Creare un collo di bottiglia in Turchia significa spingere i migranti a cercare nuove rotte più verso il Nord, includendo anche la Russia, oppure, a riprendere la rotta del Mediterraneo centrale che, come sappiamo, comporta un maggiore rischio   e ingrassa i trafficanti. Pertanto, secondo il CIR “dovremo prepararci a contare nuovi morti nel Mediterraneo. Ma l’Europa è lontana dal volere aprire vie legali di ingresso, anche se è l’unico modo per regolare e controllare i flussi!”

 

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