Poeti ‘basso-padani’ Montuori presenta ‘Sera di Gorgo’ di Umberto Bellintani
Esiste sicuramente una corrente di poeti “basso-padani” che va dal Piemonte al Polesine e che si distingue per alcuni tratti tematici e formali: l’attenzione ai dati minimi della vita quotidiana, agli oggetti della civiltà contadina, alle figure di un paesaggio elementare e grandioso, allo stesso tempo, e che adotta un linguaggio in genere piano, sobrio che si accende ogni tanto di metafore ardite come accade in Bevilacqua.
Un poeta tra essi mi è particolarmente caro, anche se è uno dei meno conosciuti: Umberto Bellintani da San Benedetto Po: un poeta paesano e povero (“povero” nel vero senso del termine ) che ci offre però dei versi di una sapienza e di una evidenza veramente esemplari. Leggiamo questa “Sera di Gorgo” ,la frazione in cui è vissuto:
Ancora opache innanzi a questa
sera ed umane.
Ora sono delle anime viola
le figure d’intorno al carretto
di chi grida il bel rosso dell’anguria.
E l’asino è un’ombra che sogna
e mastica biada.
La’ il cielo è un verde di giada;
una rondine vi si tuffa,
esce, si perde:
è quasi ora di accendere le lucerne.
Leggiamo questo testo sulla vita dei campi di tanti anni fa: “Paria”
Poveri affaticati nelle membra,
servi della gleba, paria,
per noi la morte è riposo.
Tu luna invano risplendi in mezzo al cielo;
e non ci cavi dagli occhi che sudore
antica stella che illumini nei boschi
a maggio il canto malinconico dei cuculi.
Non siam che miseri lombrichi nella mota,
siamo concime, la ruota, la carrucola
e non v’è pena che noi non si conosca.
UMBERTO BELLINTANI