Sabato, 20 aprile 2024 - ore 07.14

Prescrizione, Conte: Basta litigi! Gli italiani aspettano risposte

Il premier: mi sono speso per trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di evitare una denegata giustizia e garantire la ragionevole durata dei processi. Spero che tutte le forze di maggioranza condividano. Nel frattempo andiamo avanti. Il paese vuole correre, abbiamo l'obbligo di scandirne il ritmo

| Scritto da Redazione
Prescrizione, Conte: Basta litigi! Gli italiani aspettano risposte
Anche se l'accordo sulla prescrizione è soltanto a tre, Pd, M5S e Leu, e Italia viva non lo voterà, Giuseppe Conte vuole andare avanti tutta. Il presidente del consiglio, dopo lo scontro di questi giorni sulla riforma Bonafede, e dopo l'intesa 4-1 raggiunta ieri sera nel vertice di maggioranza a palazzo Chigi, oggi ha richiamato tutti alla coesione:"Stiamo lavorando per accelerare i tempi della giustizia", ha detto il premier con un post su Facepoook. " Lo abbiamo già fatto presentando in parlamento un disegno riformatore della giustizia civile. E anche sulla giustizia penale siamo impegnati in un complessivo disegno riformatore. Questo è sempre stato e continuerà a essere il mio obiettivo, ribadito ieri sera al vertice con le forze di maggioranza. Un obiettivo che rilancerò anche nell'ambito dei tavoli di lavoro per l'Agenda 2023 che partiranno la prossima settimana. Tanti sono i dossier aperti sui quali il Governo compatto è impegnato, come l'emergenza sul coronavirus, il rilancio del cantiere Taranto, il fronte libico, l'Europa. Tante le problematiche e le urgenze a cui siamo chiamati a dare tempestive risposte, in continuità con le prime misure varate con l'ultima legge di bilancio. Dal lavoro al welfare, dagli interventi per la crescita a quelli per abbassare le tasse alle famiglie, dalla semplificazione burocratica alla sicurezza, alla scuola, alla ricerca. Il dialogo, il confronto, l'ascolto sono sempre state parole chiave nello svolgimento del mio ruolo da presidente del Consiglio. Ma arriva il momento delle decisioni. Gli italiani si aspettano risposte e concretezza, non litigi e rinvii. Tanto sui temi appena citati, quanto sul tema della prescrizione sul quale, seppur non ho mai ritenuto questo specifico profilo di disciplina tale da oscurare il complessivo disegno riformatore della giustizia, mi sono ugualmente speso per trovare un punto di mediazione sempre più avanzato. Un punto di equilibrio che contempli da una parte l'esigenza di evitare una denegata giustizia e, dall'altra, di garantire la ragionevole durata dei processi. Confido che tutte le forze di maggioranza riescano a condividere la medesima ragionevole posizione. Nel frattempo andiamo avanti, non possiamo e non c'è tempo da perdere. Il Paese vuole correre, e noi abbiamo l'obbligo di scandirne il ritmo".
Parole che Matteo Renzi, presidente di Italia Viva e grande oppositore sia della riforma Bonafede, sia della proposta di mediazione, detta Lodo Conte, avanzata dal premier e approvata dal vertice di maggioranza di giovedì sera, ha indirettamente commentato così:
"Non ha senso litigare e discutere in un periodo come questo", con coronavirus e tragedia ferroviaria, ma "se qualcun altro per mantenere la poltrona è disposto a diventare socio della piattaforma Rousseau, noi non lo seguiamo, noi facciamo altro", ha sottolineato Renzi dopo avere ribadito che comunque Italia viva non voretà in parlamento a favore dell'intesa. "Il compromesso mantiene un principio giustizialista che non condivido. E Bonafede non lo mantiene solo sulla prescrizione: è quello che fa un video quando arriva Battisti, che confonde dolo e colpa, che dice che gli innocenti non vanno in carcere", diichiara ancora il leader di Italia viva, "il giustizialismo è il populismo dei mediocri". "Lucia Annibali propone di prenderci del tempo, di studiare le carte. Non capisco perché su una cosa del genere vai a incastrarti. E non capisco perche' il Pd tradisce le scelte del nostro governo". Renzi smentisce, poi, le ipotesi di stampa di un eventuale appoggio esterno: significherebbe "far dimettere i nostri ministri, che poi sono tre. Noi non vogliamo lasciare. Poi se il presidente del consiglio vuole che lasciamo ci mettiamo un quarto d'ora. Questo accordo a tre, a mio sommesso avviso, non ha la maggioranza in parlamento". Sulla possibilità che Conte trovi 50 centristi pronti a sostenere il governo aggiunge: "Io non ho problemi su questo, se lui trova i voti nel mondo della destra io sono contento per loro, un po' meno per il paese, ma noi non lo faremo. La mia impressione è che abbiano fatto male i conti, rischiano di fare un pasticcio".
L'attacco di Renzi ha raggiunto Nicola Zingaretti, segretario del Pd, nel corso della riunione della direzione del partito di largo del Nazareno. Senza citare l'ex premier ed ex segretario, Zingaretti ha spiegato. "Da altri mi aspetterei più misura e maggiore rispetto. Soprattutto da forze che si dichiarano avversarie di Salvini e che invece stentano assai nel radicamento sociale e che ogni giorno si mettono in cattedra per dare lezioni di riformismo. Questo atteggiamento non danneggia noi, danneggia l'Italia e sulla prescrizione abbiamo fatto un enorme e decisivo passo avanti".
Parole contraddette dalla capogruppo di Italia viva alla camera, Maria Elena Boschi, che chiarisce con un post su Facebook i motivi che inducono il partito a non votare a favore del cosiddetto Lodo Conte: "Dopo il vertice a Chigi di ieri sera sulla prescrizione, mi pare ci sia molta confusione sotto al sole su cosa ha proposto il presidente del consiglio. Leggo che molti pensano che abbia proposto l’interruzione della prescrizione dopo la sentenza di secondo grado. Ipotesi che non ci avrebbe convinto del tutto perché cancellerebbe comunque la prescrizione ma almeno avrebbe il merito di non distinguere più tra condannati e assolti e di aver atteso quanto meno due condanne per interrompere la prescrizione.  Ma non è questo quello che ha proposto Conte. Il presidente Conte ha proposto di mantenere la distinzione tra assolti e condannati in primo grado, facendo scattare l’interruzione della prescrizione solo per questi ultimi.  Solo in caso di successiva assoluzione in appello, si potrebbero riconsiderare ai fini della prescrizione anche gli anni già decorsi durante l’interruzione. Un meccanismo molto farraginoso, ma che soprattutto non supera la distinzione tra trattamento degli assolti e dei condannati.  In più chi garantisce che l’appello inizi in tempi rapidi? E cosa se ne fa un cittadino a distanza di anni di recuperare magari 10 anni di vita persi?  Non è un caso che penalisti e magistrati siano contro questo lodo, giudicandolo “devastante” o incostituzionale. Questa è la realtà dei fatti. Poi ognuno tenga le proprie opinioni".
Ieri sera era stato Bonafede ad annunciare l'intesa a tre: "Abbiamo trovato un accordo fra tre forze politiche: M5s, Pd e Leu. Italia Viva non è d`accordo", ha detto dopo il vertice di maggioranza sulla prescrizione a Palazzo Chigi. "Nella maggioranza viene un momento in cui si deve anche accettare che ci sono tre forze su quattro che hanno trovato un accordo, per questo non ho condiviso e compreso i toni dei giorni scorsi. Non si tratta di far valere un diritto di veto perchè è chiaro che così non si può governare", risponde il guardasigilli. "Nell'accordo trovato tra M5s, Pd e Leu sulla giustizia c'è anche una norma per concretizzare il cosiddetto lodo 'Conte bis'", spiega Bonafede, aggiungendo che "in primo grado c'è una distinzione tra assolti e condannati. Per chi è condannato c'è l'interruzione della prescrizione, per chi è assolto c'è una prescrizione breve. In secondo grado se chi era stato condannato in primo grado viene assolto, quella persona recupera i termini di prescrizione. Dopodichè c'è una sospensione per consentire l'eventuale ricorso in Cassazione. Su questo c'è un 'no' di Italia Viva. "Stiamo riflettendo su diverse ipotesi sullo strumento con cui approvare il lodo Conte-bis sulla prescrizione, tra cui il decreto legge", dice Bonafede, escludendo la possibilità di rivedere l'accordo raggiunto ieri sera. "C'è il Parlamento che è sovrano e ci sono ancora i passaggi parlamentari, però diciamo che abbiamo fatto otto vertici, ora si va in Cdm su quel testo, poi chiaramente, a seconda di come si deciderà di portare il Conte-bis, allora a quel punto il Parlamento avrà la possibilità di esprimersi".

 

 

 

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