Cinque su cinque per Donald Trump, uno in mano per Hillary Clinton. L'ultimo super tuesday delle elezioni primarie americane mettono il sigillo alle candidature dei due principali candidati alla successione di Barack Obama in casa repubblicana e democratica. E stando alle dichiarazioni rilasciate dai due dopo la diffusione dei risultati di ieri, sembra che le primarie siano già in archivio e sia partita la corsa per la Casa Bianca.
Dopo il voto in Connecticut, Pennsylvania, Delaware, Maryland e Rhode Island, Donald Trump vede rafforzata la propria posizione in casa repubblicana. L'en plein fatto registrare dall'eccentrico miliardario statunitense non gli permette ancora di festeggiare formalmente la nomination, ma lo lancia ad un mese dalla fine delle primarie verso la vittoria, che dovrebbe presumibilmente essere sancita dalla convention del prossimo luglio a Cleveland.
"Come fareste a spiegare agli elettori — ha detto Trump ieri a proposito della possibilità che nel corso della convention non gli venga assegnata la nomination — la scelta di un candidato che ha perso di cinque milioni di voti perché a Trump sono mancati, supponiamo, 14 delegati al primo scrutinio? Io non credo che ce la fareste".
Stesso discorso per Hillary Clinton, che ha perso ieri nel solo piccolo Stato del Rhode Island, dove c'è stata l'affermazione di Bernie Sanders. In attesa dell'importante voto in New Jersey e California del 7 giugno, l'ex First Lady allarga il divario che la separa da Sanders e "vede" la nomination.
