Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 09.36

Referendum Costituzionale ed Italicum Tutte le ragioni del No illustrate dal Prof.Besostri a Cremona

Buona partecipazione di cittadini - nella lunga e afosa serata di Giovedì 30 giugno in Sala Zanoni a Cremona - all'incontro informativo promosso dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e dai Comitati Promotori Referendari con il prof. Felice Besostri

| Scritto da Redazione
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Sono state molte le questioni poste dal pubblico nel dialogo con il prof. Felice Besostri sulle ragioni del No alle modifiche della Costituzione italiana, modifiche volute da Matteo Renzi e dal ministro Boschi.  In particolare quella sul legame con la nuova Legge elettorale Italicum, quella sulle eventuali conseguenze in caso di bocciatura di questa “riforma” nel referendum popolare del prossimo ottobre. “Prima di tutto – ha esordito Besostri - questa revisione della nostra Costituzione non può essere definita riforma, perchè riforma significa un fatto positivo, uno sviluppo in meglio. Con queste modifiche si peggiora invece la qualità e lo stesso funzionamento della nostra democrazia e con il combinato disposto dell’Italicum si concentrano poteri sul Premier e sul Governo a danno del Parlamento, a danno della democrazia rappresentativa e quindi dei cittadini elettori, a danno delle Regioni e delle Autonomie locali. Basti pensare – ha continuato Besostri – che una Lista che al primo turno ha preso solo il 30% dei voti, se vince il ballottaggio contro la seconda arrivata, riceve un superpremio di maggioranza che la porta da sola ad avere il 54% dei deputati. Questa maggioranza diventa decisiva, da sola, per l’elezione del Presidente della Repubblica e per gli equilibri della Corte Costituzionale. Così avremmo una democrazia che rende inessenziale il pluralismo e indebolisce i contrappesi ad un potere governativo sempre più centralizzato. Non così negli altri Paesi presi spesso ad esempio: negli Stati Uniti il forte potere del Presidente Obama è compensato dal ruolo e dalla composizione del Congresso che può avere altre maggioranze e altri orientamenti legislativi. Non così in Francia dove, per l’elezione dei deputati, al ballottaggio nei collegi vanno le liste che hanno preso il 12,5% al primo turno, non solo le prime due. Perchè? Perchè si vuole coinvolgere il maggior numero di elettori anche nel ballottaggio e, in alternativa, favorire gli apparentamenti che, invece, l’Italicum vieta. Dunque – spiega Besostri- un Paese può benissimo adottare un metodo elettorale maggioritario o preferirgli un metodo proporzionale, purchè scelga di farlo in modo onesto e trasparente. Se si sceglie un metodo maggioritario come vorrebbe essere l’Italicum , allora per avere il premio di maggioranza si dovrebbe conquistare la maggioranza dei collegi. Dunque vincere con i propri candidati nella maggioranza dei territori. Così ci sarebbe corrispondenza tra la governabilità che vuoi assicurare all’Italia e il consenso che hai ottenuto nei territori. Invece l’Italicum esclude la via della vittoria nei collegi e sceglie di premiare una percentuale elettorale sul piano nazionale  e così scava un fossato più largo con i territori da rappresentare e con i cittadini, anche perchè la scelta dei  100 capilista bloccati per ogni singola Lista nazionale significa privilegiare le nomine dei deputati dall’alto.Per quanto riguarda il nuovo Senato, Besostri ha voluto analizzarlo con i nuovi articoli alla mano. “ Altro che semplificazione - ha detto- si fa una grande confusione tra competenze, funzioni, pareri obbligatori non vincolanti, procedure di navetta tra Nuovo Senato e Camera dei Deputati. Dal bicameralismo paritario di oggi si vuole precipitare in un bicameralismo imperfetto, perchè il Senato non viene abolito, gli viene cambiata natura, con risparmi così bassi che sarebbe stato molto meglio abbassare le indennità dei parlamentari. C’è poi contraddizione tra l’affermazione che verranno scelti i nuovi senatori in modo proporzionale con il fatto che 10 Regioni avranno al massimo 2 senatori ciascuna, individuati tra i Consiglieri regionali. Questa serie di pasticci come verrà dipanata?  Da una successiva e ulteriore revisione della Costituzione! - è la previsione di Besostri – Anche per questo serve quella maggioranza gonfiata dell’Italicum. Infine, cosa si può rispondere a chi - come Confindustria- paventa sfracelli, recessione economica in caso di vittoria del No nella consultazione referendaria di ottobre? L’Italia rischia di essere davvero come la Gran Bretagna dopo la Brexit?  “ E’ il tentativo di chi, non avendo seri argomenti in merito alle modifiche della Costituzione – risponde Besostri- ricorre alla paura, all’intimidazione. Questa revisione della Costituzione da più poteri al Premier, all’uomo solo al comando, ma indebolisce il consenso reale che un Governo dovrebbe avere nel Paese.  Per cui se vince il No l’Italia resta con l’attuale Costituzione. Al contrario è se vince il Sì che usciamo dalla Costituzione attuale e facciamo un salto nel buio!  Non è successo nulla di grave quando nel 2006 il popolo italiano, attraverso un Referendum simile, ha bocciato la revisione della Costituzione promossa da Silvio Berlusconi.  Se vince il No, il sistema politico italiano sarà costretto à prendere esempio dal Paese europeo più forte, la Germania. La Merkel ha ottenuto il 43% dei voti alle ultime elezioni. Non esistendo in Germania il “germanicum”, l’equivalente dell’Italicum, ma un metodo proporzionale corretto con sbarramento, la Merkel ha fatto accordi con altre formazioni politiche, Spd in testa, per un Governo di coalizione che avesse una maggioranza di consensi elettorali anche nel Paese.  Questo ha indebolito la Merkel ? No, certo. Perchè l’autorevolezza di un leader dipende da più fattori, il modo in cui viene eletto è solo uno di questi fattori. In Italia la vittoria del No aprirebbe la strada ad una riforma della legge elettorale davvero condivisa e non tagliata su misura di un Premier ambizioso. Insomma, la governabilità non è garantita da scorciatoie di tecnica elettorale nè da ricatti intimidatori, ma dalla possibilità dei cittadini di riconoscersi in più alternative di Governo e dalla possibilità del Parlamento di esprimere o togliere la fiducia al Governo in base della qualità delle sue decisioni.”

Emanuela Ghinaglia, Vincenzo Montuori, Marco Pezzoni, Chiara Tomasetti

portavoce Coordinamento per la Democrazia Costituzionale della provincia di Cremona

prof. Felice Besostri: costituzionalista e avvocato, già ricercatore e docente universitario di Diritto Pubblico Comparato presso il Dipartimento di Studi Internazionali dell'Università Statale di Milano, noto anche per essere stato il promotore del Ricorso contro il famigerato Porcellum (antesignano dell'odierno Italicum) infine dichiarato incostituzionale.

 

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