Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 13.53

Regioni chiedono di rivedere i 21 parametri su zone a rischio

le Regioni chiedono al governo di rivedere i criteri che definiscono le zone a rischio

| Scritto da Redazione
Regioni chiedono di rivedere i 21 parametri su zone a rischio

Non ci sono solo Lombardia e Piemonte a mettere pressione al governo. Secondo quanto afferma il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, c’è consenso unanime tra i governatori in merito alla richiesta di una revisione dei 21 parametri attualmente utilizzati dal CTS e dal ministero della Salute per definire le zone di rischio. “I 21 parametri per definire le misure restrittive utili al contenimento .Covid-19 vanno rivisti. Consenso unanime alla proposta del presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga nella Conferenza delle Regioni di oggi. Ora il confronto con il governo”, annuncia con un tweet Riccardi.

Buone notizie giungono dal Veneto, intanto: il governatore Luca Zaia ha annunciato che le ultime 24 ore hanno visto un calo dei ricoveri. È il primo giorno con segno meno, dunque, dall’inizio della seconda ondata: i ricoveri attuale in Veneto sono 2.091, evidenzia il presidente della Regione. 

Secondo la Società italiana di pediatria, che ha elaborato i dati forniti dall’Istituto superiore di sanità, dall’inizio della pandemia adolescenti e bambini colpiti dal Covid-19 fin qui sono 126.622, ovvero il 12% del totale dei contagiati. Di questi, 36.622 hanno tra 0 e 9 anni, mentre circa 90mila hanno età compresa tra i 10 e i 19 anni. Nella maggior parte dei casi si tratta di contagi con forme cliniche lievi e un tasso di letalità bassissimo, ma – ammonisce la Sip – “se i contagi dovessero aumentare, soprattutto tra i soggetti fragili, potrebbero andare incontro a problemi importanti”.

Secondo quanto riferisce la Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri) i medici morti per coronavirus sono in Italia 196. Rispetto al bollettino precedente l’incremento è di 5 unità.

Antonio Giarratano, presidente Siaarti, (anestesisti e rianimatori), replica a distanza al commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri. Nel corso dell’ultima conferenza stampa, lo stesso aveva dichiarato che la pressione sulle rianimazioni fosse sostenibile. “Viene affermato che la pressione sulle terapie intensive sia sostenibile – replica Giarratano – ma in realtà nelle Regioni rosse la pressione è quasi insostenibile e in quelle arancioni è molto pesante”. Inoltre, il presidente di Siaarti smunisce un’altra affermazione del commissario Arcuri: “Sostenere che 10mila ventilatori possano garantire un sufficiente margine per sostenere questa crescita esponenziale di ricoveri in terapia intensiva significa pensare che basti saper accendere un ventilatore per salvare una vita. Purtroppo non è così”.

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