Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 20.51

Resistenza. 7-8 Aprile 1944 – Monte Tancia | G.Carnevali

Ben 70 anni sono trascorsi…Caro direttore, ricordare, fare memoria, non dimenticare perché il passato, se non rimaniamo “in allerta”…può ritornare.

| Scritto da Redazione
Resistenza. 7-8 Aprile 1944 – Monte Tancia | G.Carnevali

Una testimonianza, una triste vicenda, come tante, come troppe. Non furono inutili!  Bambini,adolescenti, giovani, padri di famiglia, donne, tutti furono vittime delle barbarie nazi-fasciste. Ed allora ti favorisco una testimonianza, di settanta anni fa, come oggi, come “mai” dovrà più accadere.  

7-8 Aprile 1944 – Monte Tancia

Il monte Tancia si trova nella porzione settentrionale dei Monti Sabini e lì erano stanziati i partigiani della formazione D’Ercole-Stalin, che agivano nella zona di poggio Mirteto, Poggio Catino, Monte Aspra (oggi Casperia) e Famignano. La brigata risultava dalla fusione di soldati e ufficiali dell’esercito regio comandati dal maggior D’Ercole e dai garibaldini di Poggio Mirteto, guidati da Redento Masci. Con loro, sul Tancia, era aggregata una parte dell’8° zona garibaldina di Roma con alla testa Nino Franchilucci e Luigi Forcella. L’intero contingente variava , a seconda delle circostanze, dai 200 ai 300 combattenti. Era la più grossa brigata a nord di Roma, dopo la Gramsci. Nella notte del 6 aprile, Di Marsciano si spostò sui monti sabini e con i militi della legione 116 e con le SS occupò le mulattiere e i sentieri del massiccio , circondando Capannone del Tancia, Rocco Piano, Crocette, Casale Ferri e Cerreta, dove dormivano i partigiani. Iniziò all’alba una battaglia che durò tutto il giorno. I partigiani tentarono, verso sera, di sfondare l’accerchiamento: una squadra, dalla cima del Monte Arcucciola , con una mitragliatrice consentì la fuga a molti altri. L’estremo blocco era composto di otto ragazzi (il più giovane, Giordano Sangallo, aveva 16 anni) che vennero sopraffatti e uccisi. Riuscì a fuggire solo Libero Aspromonti. I nazifascisti trovarono altri partigiani dispersi e li imprigionarono, quelli feriti vennero finiti sul posto. Massacrarono anche i civili che vivevano nei casali di montagna: 7 bambini, 8 donne, 4 vecchi. Il giorno dopo, irruppero a Poggio Mirteto, imprigionarono il podestà repubblichino Giuseppe De Vito, perché non aveva ostacolato l’andirivieni dei ribelli. Lui e 29 concittadini furono portati a Rieti per essere avviati ai campi di concentramento.

“Vogliamo ricordare per non ricadere in un’esperienza tanto amara, per difendere la libertà così duramente riscattata, per ribellarci alla pasiva accettazione del fatto brutale, per risorgere ogni giorno ad un vita i intenso e coerente costume morale”. (Enrico Assi, già vescovo di Cremona).

Intanto il 25 aprile s’avvicina, s’avvicina una ricorrenza importante per quei tanti uomini di buona volontà, per noi soprattutto. Sarà il giorno della liberazione e sarà Festa, grande Festa. E dovremo festeggiarla tutti assieme, tutti, democraticamente, ognuno col proprio contributo di partecipazione e di testimonianza. W L’ITALIA LIBERA! (ci sta, eccome….).

 

Giorgino Carnevali   

(Cremona) 

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