Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 14.33

Autostrada CR-MN Venti anni di chiacchere| Dante Fazzi

Ma ecco che subito dopo arriva una nuova tegola lanciata dal M5S:il progetto dell’autostrada impedirebbe quello ferroviario

| Scritto da Redazione
Autostrada CR-MN Venti anni di chiacchere| Dante Fazzi

Autostrada CR-MN Venti anni di chiacchere| Dante Fazzi

Gentile direttore, dopo oltre 20 anni di tira e molla per l’autostrada Cremona-Mantova, recentemente abbiamo visto sul suo giornale il bellissimo progetto esecutivo e letto le parole del presidente Fontana circa la possibile realizzazione.

Ma ecco che subito dopo arriva una nuova tegola lanciata dal consigliere pentastellato: il progetto dell’autostrada impedirebbe quello ferroviario. A questo punto mi è venuta alla memoria una seconda favola che vorrei proporre ai suoi lettori.

 «Anche se si lavora onestamente, dalla politica ci si deve aspettare di tutto»: è la frase che arrovella continuamente il sindaco, al punto da rinunciare ad un progetto importante e affidare, suo malgrado, la titolarità a un componente della Giunta.

Tutto questo a seguito delle vibranti proteste levatesi dai banchi de ll’opposizione. L’assessore prescelto, inorgoglito dalla nomina, lavora al progetto con intensità e nel giro di due settimana, riesce a convocare il consiglio comunale e sottoporre ai voti il suo piano operativo. Non ottiene miglior sorte del sindaco: voti contrari, dubbi, minacce di ispezioni ed esposti ad organi superiori. Dopo attenta valutazione, l’assessore amareggiato, decide di passare l’incarico a un funzionario comunale, in ottemperanza ad un nuovo decreto legislativo. Questi, valutato il progetto, i costi, i tempi di realizzazione, le procedure per l’assegnazione dell’appalto, convoca i capi gruppo consiliari, le parti in causa per gli eventuali espropri, i vari comitati ambientalisti per ottenere il nulla-osta.

Dopo settimane di lavoro e consultazioni, non raggiunge un risultato meno catastrofico dei due precedenti. A fronte di tutto questo, il funzionario, per evitare spiacevoli grattacapi, destina il progetto a un responsabile esterno, scelto tra i partecipanti a una attenta selezione di tecnici. Quest’ultimo, dopo un esame dettagliato durato parecchi mesi, finalmente arriva a presentarlo in consiglio comunale. Il responsabile entra nell’aula, con un pacco sotto braccio, seguito in fila indiana da uno stuolo di persone con valigette ventiquattrore gonfie di carte e rotoli di disegni tra le mani.

Nella sala scende il silenzio. Il dipendente comunale si sistema il microfono e prende la parola: «Sindaco, vice sindaco, assessori, presidente del consiglio, consiglieri, direttore generale, segretario comunale, revisore dei conti, funzionari, capi area, egregi tutti; ho avuto mandato dal mio dirigente superiore di esaminare questo importante progetto.

Mi sono attivato per ottenere tutte le autorizzazioni e ho sottoposto lo stesso a esperti di varie materie, come prescrive la legge. Ora sono qui per le conclusioni. Come tutti ben sapete nel bilancio avevamo a disposizione 2 milioni euro.

Nel rispetto delle vigenti disposizioni legislative al segretario comunale e al direttore generale, spettano 200 mila euro ciascuno. La stessa cifra è dovuta ad ognuno dei tre componenti della commissione esaminatrice del progetto. Al dirigente, come da contratto, competono altri 150 mila euro, mentre al sottoscritto, tra indennità di funzione e responsabilità di procedimento, spettano 250 mila euro. Infine, non dobbiamo dimenticare che tra progettista, estensore del piano di sicurezza, geologo, architetto, consulenti fiscale e legale abbiamo speso altri 600.000 euro». Dopo un breve pausa, inizia a scartare il pacco che teneva sotto braccio all’en trata e aveva appoggiato sul tavolo. Mentre completa l’operazione, mostra ai presenti un foglio e prosegue: «A questo punto dell’opera che volevate realizzare non rimane che il progetto grafico e tutti gli allegati e le autorizzazioni.

Ora, però, per non lasciare perdere l’enorme lavoro svolto e avere un riscontro dei soldi spesi, ho ritenuto di farlo incorniciare e appenderlo, in bella vista, qui nella sala del consiglio comunale». Mentre mostra il quadro: «Ah, dimenticavo. Ho pensato di apporvi una dedica: questo è il progetto che volevamo realizzare quando avevamo i soldi. Oggi i soldi sono finiti, ma in compenso disponiamo di tanti funzionari ed esperti che ci indicheranno sempre il procedimento esatto da seguire».

Dante Fazzi Pieve San Giacomo

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