Martedì, 07 maggio 2024 - ore 22.30

Ribelli per amore.Commemorazione di Antonio e Alfredo Di Dio|G.Carnevali

| Scritto da Redazione
Ribelli per amore.Commemorazione di Antonio e Alfredo Di Dio|G.Carnevali

LUNEDI 13 FEBBRAIO ALLE ORE 10,00, presso la Cappella del Civico Cimitero di Cremona
verrà celebrata da Mons. Vincenzo Rini, Assistente Ecclesiale dell’Associazione, una Santa Messa in suffragio dei fratelli ANTONIO ed ALFREDO DI DIO, ardimentosi giovani cattolici  i quali ebbero il coraggio di testimoniare i propri ideali di libertà attraverso la lotta di Liberazione. Al termine della Santa Messa l’Associazione Partigiani Cristiani di Cremona deporrà un significativo ricordo floreale sulla tomba di famiglia a memoria della loro morte gloriosa.  Saranno presenti le Associazioni Resistenziali. Un particolare invito è rivolto alle Associazioni d’Arma Combattentistiche cittadine. La Cittadinanza tutta è invitata a partecipare. Alla commemorazione aderisce l’Amministrazione Comunale di Cremona. Sarà inoltre presente una delegazione di studenti dell’Itis “Torriani” in rappresentanza dei 14 Istituti Superiori cittadini che parteciperanno al prossimo Viaggio della Memoria.

COMMEMORAZIONE ANTONIO E ALFREDO DI DIO, “RIBELLI PER AMORE”.
Il sacrificio di Alfredo e di Antonio non rimarrà inutile. Nati a Palermo (Alfredo il 4 luglio 1920, Antonio il 17 marzo 1922), si trasferirono coi genitori nel 1928 a Cremona ove il padre, V. Brigadiere di P.S, assunse servizio presso la nostra Questura. Compirono gli studi elementari presso il Centro Plasio, successivamente al Ginnasio-Liceo “D.Manin”. Praticarono intensa attività sportiva a livello nazionale (scherma). Avviati all’Accademia Militare di Modena si fregiarono del grado di sottotenente. Iscritti alla Facoltà di giurisprudenza presso l’Università di Pavia non poterono proseguire gli studi poiché l’8 settembre 1943 gli eventi precipitarono. Ben presto abbracciarono gli ideali di libertà e di democrazia organizzando i primi nuclei di resistenza. In entrambi era radicatissimo il principio dell’esempio. Mai, neppure da giovanissimi, si sottrassero ad un dovere e mai, nei momenti del pericolo, mandarono quando potevano andare di persona. In ogni caso furono giovani che ebbero il coraggio di sostenere i propri ideali sino alle estreme conseguenze. Durante un atto d’arme avvenuto a Megolo (Verbania) la generosità e l’attaccamento alla Patria portarono Antonio a morte gloriosa il 13 febbraio 1944. Alfredo cadrà il 12 ottobre 1944 in un atto di eroismo. Vennero insigniti delle Medaglie d’Oro al Valor Militare e sepolti presso il nostro civico cimitero.

13 FEBBRAIO 1944 - 2012: ANNIVERSARIO DELLA  MORTE DI ANTONIO DI DIO. IL RACCONTO DEL SUO  ULTIMO ATTO DI EROISMO.

“Quella notte fra Sabato 12 e Domenica 13 febbraio, quella notte appunto, Antonio la passa all’addiaccio, sulla neve, in attesa che passasse il treno blindato sulla linea minata. Alle 3 di notte, poi, rientrano. Alle 5 sono alle Baite e si mettono a riposare. Alle 7 allarme. Il capitano Beltrami, Antonio e Redi sono subito in piedi. Tedeschi e fascisti sono in vista. L’ufficiale Bertini si dispone sull’ala destra. Redi sulla sinistra. Beltrami e Antonio al centro. Gli altri ufficiali coprono i lati residui. Si scatena l’inferno delle raffiche. Antonio e Beltrami sparano in piedi ognuno dietro un albero. L’ala Bertini è in pericolo; se il nemico sfonda li accerchia tutti. Beltrami manda di rinforzo a Bertini un carabiniere e quattro uomini con una mitragliatrice. Il nemico si ritira momentaneamente con gravi perdite, ma subito dopo riattacca al centro. Il capitano e Antonio decidono di contrattaccare. S.S. e militi si ritirano oltre Megolo, inseguiti dai nostri. Poi riprendono a sparare coi mortai. Il capitano organizza una nuova linea difensiva. E’ colpito da una raffica, scivola giù. Antonio vuol farlo portare alle Baite, il capitano si rifiuta energicamente e risponde: “Ritirati coi tuoi uomini, va, salvati!”. Antonio gli risponde: “Capitano, non sono un vigliacco”. La battaglia continua. Antonio viene colpito da una granata al femore destro. Col fazzoletto si lega il polpaccio. Intanto Redi, colpito a morte, muore. Antonio, così ferito, si trascina sull’ala sinistra. I tedeschi accerchiano, fanno piovere granate da ogni parte. Alle spalle dei patrioti il bosco brucia. Antonio ordina agli uomini di ritirarsi. Il capitano sta per morire, è fra la nostra linea e quella nemica. Antonio, trasfigurato dall’ultimo ardimento, è colpito in pieno da una raffica. Muore quasi contemporaneamente al capitano Beltrami. L’estremo sacrificio di Antonio è compiuto”.  (Le Fiamme Verdi e la Resistenza  - Marco Allegri).

giorgio  carnevali

 

       

 

 

 

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