Domenica, 12 maggio 2024 - ore 17.10

Riforma del Senato:la ripsota dell'On Franco Bordo (sel) all’Anpi Cremona

Il cuore della democrazia è un sistema di pesi e contrappesi

| Scritto da Redazione
Riforma del Senato:la ripsota dell'On Franco Bordo (sel) all’Anpi Cremona

Ho ricevuto, con molto piacere, la seguente lettera da ANPI CREMONA:In conformità a quanto dichiarato dal pres. Nazionale dell’ANPI Carlo Smuraglia, l’ANPI di Cremona reputa necessario ribadire la propria posizione circa la riforma del Senato della Repubblica, in discussione in questi giorni.

Come più volte sottolineato, noi continuiamo a ritenere che, nella discussione in corso, ci siano alcuni aspetti fondamentali da cui non è consentito allontanarsi: la necessità di differenziare il lavoro delle Camere, l’esigenza di conservare ad entrambe uguale prestigio, la necessità di mantenere al Senato l’autorevolezza dell’elettività, la necessità di attribuire al Seanato alcune funzioni fondamentali (partecipazione a leggi di rilievo costituzionale ed elettorale, in tema di trattati internazionali, diritti fondamentali e tutela delle autonomie); l’attribuzione al Senato di seri poteri di controllo sull’esecutivo e sulla concreta applicazione delle leggi approvate. Se si realizzassero questi obiettivi, si otterrebbe il risultato di eliminare il “bicameralismo perfetto”, in quanto si affiderebbe alla sola Camera la parte più rilevante del potere legislativo e il voto di fiducia. Se a questo si aggiungesse l’unificazione di alcuni servizi delle due Camere e un’equa diminuzione del numero dei Parlamentari, di entrambe le Camere, si avrebbe una soluzione comprensibile per i cittadini e rispettosa dello spirito della Costituzione. Naturalmente questa non è una proposta tecnica di modifica, compito che non compete all’ANPI, ma una traccia di indirizzo nel solco della difesa dei principi della Costituzione, essendo questo l’obiettivo primario della nostra Associazione fin dalla sua nascita, nel giugno del 1944.

Ecco la mia risposta:

Gent.mi Responsabili ANPI Cremona,  è con estremo piacere che rispondo alla Vs. sollecitazione in merito alla riforma del Senato della Repubblica. Abbiamo certamente più di un punto comune che sono la Costituzione e i Suoi principi e a quelli, costantemente, ci rivolgiamo quale metro di misura del nostro operato. Intorno alla Riforma del Senato, è in corso da mesi una campagna propagandistica tanto martellante quanto scorretta secondo la quale da una parte c’è la volontà di innovare e rendere più efficiente il sistema, dall’altro “la palude”, che mira a conservare lo status quo, sprechi e privilegi inclusi. La verità è molto diversa e per più versi opposta: basterebbe guardare i nostri emendamenti per sincerarsene. Proponiamo il dimezzamento o in subordine una drastica diminuzione non solo nel numero dei senatori ma anche dei deputati, l’equiparazione degli indennizzi a quelli dei sindaci delle grandi città, l’eliminazione di ogni forma di immunità, fatta salva l’insindacabilità dei pareri espressi come parlamentari. Quanto a lotta agli sprechi e ai privilegi, le nostre sono proposte molto più efficaci e radicali di quelle del governo.Il nodo non è dunque la difesa “paludosa” della situazione esistente, ma quella trasparente della democrazia. Il cuore della democrazia è un sistema di pesi e contrappesi e il combinato dato dall’attuale proposta di revisione costituzionale per il Senato e la proposta di legge elettorale, l’Italicum, colpisce al cuore proprio questo sistema di pesi e contrappesi. I Senatori selezionati mediante “elezione di secondo livello” saranno infatti scelti di fatto dalla maggioranza in accordo con quella minoranza da cui si sentirà meno infastidita.  La stessa maggioranza che avrà mano libera alla Camera, potrà fare lo stesso anche in un Senato. Con ciò determinerà per intero tutti gli assetti istituzionali: il presidente della Repubblica, la Corte costituzionale, il Csm. L’ipotesi di un partito che, con il 25% dei voti degli aventi diritto, decide su tutto senza alcun limite non è affatto peregrina e ci spaventa.Noi non chiediamo affatto di mantere il bicameralismo perfetto. Difendiamo semplicemente il diritto dei cittadini di scegliersi la loro rappresentanza, differenziando le funzioni delle due Camere. Non si confrontano quindi riformismo e palude, ma una innovazione di facciata che lede nel profondo le dinamiche della democrazia : è una battaglia parlamentare, e in Parlamento noi la sosterremo strenuamente ma se resta confinata nelle aule, le nostre possibilità di successo saranno scarse. E’ fuori dal Parlamento che bisogna imporre la verità, solo se la difesa della democrazia sostanziale diventerà una battaglia sociale e culturale oltre che parlamentare potremo fermare questa drammatica deriva. Sono quindi a ringraziarVi per la possibilità che mi e ci concedete per far conoscere, davvero, ciò che accade nel nostro Paese.

On.Franco Bordo (sel) 

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