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Scelta apprezzata e coraggiosa al Teatro Ponchielli per un Rinaldo contemporaneo

Ieri sera la prima dell'opera di Haendel al Teatro Ponchielli di Cremona per OperaLombardia: buon afflusso e apprezzamento per un Rinaldo contemporaneo.

| Scritto da Redazione
Scelta apprezzata e coraggiosa al Teatro Ponchielli per un Rinaldo contemporaneo

24 novembre 2018, Cremona - È un fatto risaputo che il pubblico peggiore di un teatro di Lirica è quello del Loggione, che prova vetustamente ad imporre la sua contrarietà retrograda ad una scelta registica particolare e contemporanea. Nonostante ciò, la regia cinematografica di Jacopo Spirei e la sublime direzione orchestrale del Maestro Ottavio Dantone e della sua Accademia Bizantina hanno portato in scena ieri sera, 23 novembre, al Teatro Ponchielli di Cremona un Rinaldo quanto mai contemporaneo, un uomo qualunque, uno di noi, che attraverso la partitura fresca e moderna (di 307 anni) di Händel, riesce a sconfiggere le proprie paure e a conquistare la sua personale Gerusalemme. 

 

Quanti di noi si sono arresi di fronte alla realtà, pensando che insormontabili problemi e/o imprevisti fossero delle montagne altissime da scalare per poi giungere al proprio obiettivo? Ognuno avrà la propria risposta alla domanda, ma questo è ciò che il regista Spirei - allievo del visionario Graham Vick - ha voluto trasporre - e ci è riuscito - dall'opera di Torquato Tasso, rivisitata dal librettista Giacomo Rossi, in una realtà contemporanea cinica e piena di pericoli. 

Entrata in scena della maga Armida nel duetto Almirena e Rinaldo - foto Fondazione Teatro Ponchielli

 

Talmente piena che quando nella trama giungono la maga Armida e i suoi mostri - interpretata dal giovane e talentuoso soprano Anna Maria Sarra presenza scenica molto affascinante e sensuale-, un gigantesco Ragno simil Vedova nera insieme ad altrettante piccole creature - tre ballerine della Compagnia di Danza di Déjà Donné - si palesano in scena e impersonificano il lato oscuro e la paura di noi stessi in cui ci si può imprigionare dalle situazioni della vita normale.

 

Il contralto francese Delphine Galou, esperto nel repertorio barocco, è riuscito così a trasportare, attraverso la sua bravura tecnica, fuori dalle quattro mura del suo ufficio il malcapitato Rinaldo e reagire agli imprevisti della vita quotidiana. I "pericoli" dell'eroe Tassiano dei giorni nostri sono ad esempio un possente Argante, che sconvolge il suo status quo lavorativo - il basso cosentino Luigi De Donato inoltre conduce il suo Argante in alcune profondità psicologiche mai scandagliate prima d'ora - o come il capitano Goffredo - l'interessante, sia per il suo timbro sia per il suo virtuosismo tecnico, controtenore lodigiano Raffaele Pe - che fa conoscere all'impavido Rinaldo sua figlia, Almirena, una giovane e ingenua fanciulla, di cui si innamorerà perdutamente.

 

Proprio il rapimento di quest'ultima da parte della maga Armida, dopo l'idiliaco duetto in un giardino realistico ma curvato, porterà il nostro eroe smarrito a trovare fiducia e fede per riscattare la sua "Bella". Nell'amaliante e sbarluccicante The Spider della maga, una Donna con parrucca settecentesca - il mezzosoprano Anna Bessi - accoglie i visitatori; in questi Inferi di Orfea memoria, Almirena chiede la possibilità al suo oppressore Argante di poter perlomeno piangere della sua sorte e qui Francesca Aspromonte accende il pubblico in sala: le calde tonalità e i piacevoli virtuosismi del soprano riecheggiano ancora nel teatro cremonese (e riecheggieranno anche domenica 25 novembre con la seconda recita).

Rinaldo sconsolato all'esterno del locale The Spider - foto Fondazione Teatro Ponchielli

 

Come avrete ben capito, non c'è stato nessun riferimento né scenografico - realizzato con dovizia di particolari essenziali da Mauro Tinti e il suo éntourage - né costumistico - provocatorio come solo Silvia Aymonimo riesce a fare - alla Gerusalemme Liberata del libretto di Giacomo Rossi del 1711 e del 1731. Le luci di Marco Alba concentrano inoltre il focus sui vari passaggi salienti della trama come l'arrivo finale del Mago Cristiano - un appassionante e particolare Federico Benetti - che 300 anni dopo diventa un guru, un asceta, un barbone, che, grazie alle armi trovate dentro al suo carrello della spesa, darà man forte a Goffredo e a Rinaldo per sconfiggere il gigante ragno Armida.

 

Rinaldo e Almirena si ritrovano dopo varie peripezie e il nostro eroe smarrito combatte contro sé stesso e abbandonerà i mondi passati della sua esistenza. Nonostante i borbottii del Loggione sulle scelte registiche, il restante pubblico, soprattutto giovanile, ha accolto e apprezzato tutta l'opera, grazie anche alla maestria virtuosistica e frizzante sia del Maestro clavicembalista Dantone sia dell'Accademia Bizantina da lui diretta. Il nuovo allestimento realizzato da OperaLombardia, oltre a domenica 25 novembre con la seconda recita al Ponchielli cremonese, seguirà la tournée anche a Brescia (già sold out da settimane) il 30 novembre e il 2 dicembre e con l'anno nuovo al Teatro Sociale di Como (11, 13 gennaio) e al Teatro Fraschini di Pavia (18 e 20 gennaio).

 

Sicuramente è stata una scelta audace proporre un'opera barocca in una stagione operistica, ma come si sa la fortuna aiuta gli audaci. Quindi, credo che si possa dire esperimento riuscito. Ce ne fossero di scelte così audaci anche in futuro, perché così il Loggione continuerà a borbottare, ma il pubblico apprezzerà e ne resterà estasiato. Una produzione da non perdere assolutamente anche perché come hanno ben scritto Bernardo Ticci e Ottavio Dantone nel libretto di sala:

 

 Lo stimolo che spinge ai nostri giorni a curare nuove edizioni è la consapevolezza che il manoscritto di un'Opera vada inteso come forma "viva" di Arte, soggetta a uno studio e ad un approccio sempre nuovo, con il fine di tendere alla forma più pulita e più vicina possibile al modo in cui l'Autore ha scritto e pensato; l'obiettivo è interpretare e comprendere al meglio il compositore e fornire agli esecutori e al pubblico di oggi il miglior testo possibile per riprodurre il Teatro di secoli passati, nella speranza di una meritata riscoperta e definitiva valorizzazione.

 

Giangiacomo Maroli - info@welfarenetwork.it

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