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Scuola.Indignati per le dichiarazioni di Berlusconi

| Scritto da Redazione
Scuola.Indignati per le dichiarazioni di Berlusconi

Le dichiarazioni di Berlusconi sulla scuola pubblica del nostro Paese lasciano sconcertati, sia per il
merito delle parole affermate sia per la finalità con cui sono state spese.
Berlusconi dichiara che la scuola statale educa i figli contrariamente al volere delle famiglie.
La scuola “liberaâ€, invece, indecente eufemismo per indicare la scuola NON statale, aderisce ai dettami
della famiglia.
Che Berlusconi parli di famiglia, dovrebbe già indignarci.
Che poi parli anche di educazione, è davvero inaccettabile.
Il suo governo licenzia in tre anni 130mila persone che lavorano nella scuola che lui chiama “pubblicaâ€,
quella dello Stato; taglia di 8 miliardi di finanziamenti al futuro dei nostri figli e dei nostri ragazzi. Dei nostri,
non dei suoi.
Il merito delle parole del Presidente del Consiglio è un’offesa umiliante al volto vero della scuola statale italiana, quella che lavora
con dedizione, impegno e dedizione ogni giorno per realizzare il vero compito che le è affidato: l’uguaglianza delle opportunità per chiunque
vi entri, per chiunque vi sia accolto, per qualunque motivo, da qualunque provenienza, sempre.
La possibilità di far crescere i ragazzi con senso critico, educati alla convivenza, al rispetto degli altri, all’inclusione
del diverso, al rispetto di tutti e di ciascuno.
Questo fa la scuola pubblica italiana,Presidente.
La scuola che con tanto disprezzo lei chiama “dello Statoâ€.
La chiami come dovrebbe, e vedrà che almeno userà le parole giuste,
una volta tanto: è la scuola dell’art. 3 della Costituzione.
Tuttavia, è umiliante forse ancora di più la finalità con cui Berlusconi
ha pronunciato quelle parole.
Le ha pronunciate per pagare il dazio alla gerarchia ecclesiastica, che sa molto
bene quanto la scuola sedicente “libera†valga nei suoi disegni.
La scuola è sempre libera, ci auguriamo.
Quella libertà che qui viene intesa è invece la foglia di fico per non chiamarla scuola privata, e
massimamente cattolica. La foglia di fico si allarga e coinvolge le maggiori istituzioni del nostro Paese,
che fanno a gara a deviare fiumi di denaro pubblico verso una parte delle famiglie, una parte della scuola,
una parte del Paese. Una parte ottiene ciò che spetta al tutto, una parte ottiene per sé sola ciò che il
tutto paga e dovrebbe ottenere.
Regione Lombardia e la politica della dote scuola parlano da sé.
La finalità delle parole del Presidente Berlusconi aumenta l’indignazione perché è vile mercanteggiare.
Scambiare l’indulgenza verso i comportamenti indegni del Presidente del Consiglio con qualche milione di euro alla scuola della
propria piccola parte, in cambio di leggi che comprimeranno i diritti di tutti i cittadini in nome dell’ideologia
della propria piccola parte, è un ben misero piatto di lenticchie su cui misurarsi.
Rossella Zelioli,
segreteria provinciale Pd Cremona
responsabile scuola

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