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Sgravi fiscali ieri oggi e domani, una nota Nens del 2014 torna di attualità

Nens: «I governi del centrosinistra fecero molto di più di quanto si fa oggi, anche se nessuno se ne ricorda più»

| Scritto da Redazione
Sgravi fiscali ieri oggi e domani, una nota Nens del 2014 torna di attualità

Cancellazione del prelievo sulla casa di abitazione e altre riduzioni fiscali previsti nella legga di stabilità appena varata vengono annunciati dal governo come un intervento di sgravio «epocale». L’anno scorso il Presidente del Consiglio definì gli sgravi fiscali di allora «di portata storica». A commento di quella affermazione Nens pubblicò una nota che probabilmente merita, oggi di essere ricordata. La riportiamo testualmente qui, avvertendo, però, che, a differenza di allora, oggi figurano nella lista degli interventi decisioni decisamente assai meno apprezzabili come l’abolizione delle tasse sulle abitazioni comprese quelle di gran pregio e di lusso nonché, ovviamente, l’elevazione a 3000 euro del massimale oltre il quale corre il divieto di uso del contante. Di quest’ultima misura, del resto, non è quantificata in nessun modo la riduzione di gettito che inevitabilmente si produrrà grazie a sicuro incremento di operazioni in nero che diventeranno praticabili. Ecco, comunque, qui di seguito, la nota Nens del marzo 2014.

«Gli impegni sulle riduzioni del carico fiscale annunciati dal Presidente del Consiglio indicano un sicuro vantaggio per una vasta platea di cittadini. L’attuazione di quegli impegni segnerà sicuramente una svolta importante rispetto alle ripetute legislature precedenti guidate da governi che, conquistata la fiducia degli elettori proprio annunciando tagli fiscali, hanno, viceversa, introdotto rilevanti aumenti del prelievo. Il Presidente del Consiglio ha voluto definire il suo intervento “di portata storica”; i suoi critici, invece, lo hanno attribuito alla spregiudicata volontà di assicurarsi prossimi successi elettorali. In realtà converrebbe nutrire qualche dubbio su ambedue queste valutazioni. L’ultima finanziaria del quinquennio guidato dal centrosinistra varata nel dicembre 2000 dal governo presieduto da Giuliano Amato in cui Vincenzo Visco era Ministro del Tesoro, introdusse tagli dell’Irpef per complessivi 57.221 miliardi pari a circa 30 miliardi di euro (leggere, per credere, l’articolo 2 della legge 23 dicembre 2000, n. 388 e relativo allegato). Il Ministro Visco dichiarò allora: “La Legge Finanziaria per il 2001 approvata ieri sera dal Parlamento è l’ultima di questa legislatura. In essa si raccolgono, come è naturale, i frutti del lavoro svolto dai governi che si sono succeduti in questi 5 anni, e si tratta al di là di ogni dubbio di frutti molto positivi. È stato possibile ridurre in modo consistente la tassazione delle persone fisiche, è stata ridotta l’imposta sulle imprese e, per le imprese che investono nelle aree del Sud e nelle altre a basso sviluppo, con un provvedimento molto importante frutto di un attento confronto con la Commissione europea, è stato varato un credito di imposta che permette una detassazione totale per un numero variabile di anni. La competitività del Paese risulta così rafforzata. Tutto ciò è stato fatto rispettando rigorosamente le compatibilità di bilancio e gli impegni comunitari, grazie soprattutto al recupero di base imponibile che ha permesso in questi anni di registrare gettiti tributari superiori alle previsioni”».

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