E’ evidente, infatti, che la crisi economica e sociale degli scorsi anni non sta desistendo, quanto meno nella vita reale delle persone. E se si interrogano i servizi emerge che le storie delle persone non raccontano “solo” il disagio di non arrivare a fine mese e di non avere un lavoro o almeno un’occupazione che sia degna di essere chiamata “lavoro”. Le situazioni di questo tipo sempre più frequentemente sono complicate da fragilità psicosociali, da devianza, dipendenze, malattie mentali. Fragilità che in realtà sembrano essere sparite dall’agenda politica e dalle politiche di cura e intervento, troppo spesso settoriali e unidirezionali, anziché integrate. Le risorse sono poche? Senz’altro non siamo più ai “tempi d’oro”, ma spesso la differenza la può fare non solo il denaro o il posto di lavoro, quanto un’adeguata cooperazione e integrazione tra TUTTI i diversi servizi e le istituzioni comunali e regionali (servizi sociali, servizi per il lavoro, consultori, Centro Psicosociale, servizio psichiatrico), unitamente alle realtà del privato sociale che vi gravitano intorno.
Dunque se proprio il dito si vuole puntare, forse è meglio farlo sul sistema nel suo complesso, sulle sue modalità di funzionamento, e non tanto su una singola Amministrazione, o Servizio, o ancor peggio su un singolo operatore. Siamo tutti in discussione e tutti noi dobbiamo dare risposte possibili.
Senza dubbio la revisione del sistema di welfare locale è un impegno di cui la politica deve farsi carico e che non può essere delegato solo a dirigenti, operatori/lavoratori e persone di buona volontà.
Noi è questa giunta siamo in campo, a lavoro con impegno e competenza."
Roberto Galletti Segretario cittadino PD