Sabato, 27 aprile 2024 - ore 06.59

Tira,mola e meseda di Giorgino Carnevali

| Scritto da Redazione
Tira,mola e meseda di Giorgino Carnevali

Tira,mola e meseda di Giorgino Carnevali  (…ovvero alla fine di tutto…un bicchier di vino)
Come meglio potevo chiudere in bellezza (dopo aver ottemperato al mio impegno civile) i festeggiamenti dell’Unità d’Italia, i suoi 150 anni, con l’orgoglio di chi sente di essere italiano? Semplice, una gita “fuori” porta, tra castelli, vigneti e…tartufo. Vò col succulento menù: “Tortina ai funghi, terrina alla moda vecchia, carne cruda al profumo di tartufo, risotto al barolo, tajarin alla longarola, tagliolini al tartufo. E poi i secondi (che ve li risparmio, va la), i dolci (da leccarsi le orecchie), il tutto annacquato con superbo Nebbiolo, corposo Barolo, abboccato Dolcetto”. Mi chiederete curioso: “Ma in quale invidiabile “paradiso terrestre” vi siete recato, caro Giorgino, in grado di dispensare ancora tantum copiosum ben di Dio?”.  Semplicemente ad Alba, nella patria del tartufo, cum attenta accurata ispezionem di quelle “nientepopodimenoche” esuberanti cantine custodi rigorose di inebrianti vini, nelle Langhe.  Ma come mi sarebbe riuscito di chiudere quella “ricca di grazia ed attrattiva” giornata se non degustando, giusto giusto, un solo pugno di caldarroste accompagnate (qual gradevole copiosità di nettare degli dei, direttore!) da uno, due, tre….”fammo” basta, va la, bicchieri sorseggiati di quel caratteristico vino dal profumo intenso, eccezionalmente complesso, con note evidenti di viola, goudron e vaniglia, dal sapore ampio, caldo e carezzevole, persistente di grande stoffa…il re dei vini, IL BAROLO? Tuttavia esiste una verità…sul vino. Vò a favorirvela, direttore, per il reciproco nostro “bene”.  

 

“CONSIGLI  DI  UN ANTICO  SAGGIO”.

Non fare lo spavaldo con il vino,

perché il vino ha mandato molti in rovina

La fornace prova il metallo nella tempera,

così il vino i cuori, in una sfida di arroganti.

Il vino è come la vita per gli uomini,

purchè tu lo beva con misura.

Che vita è quella dove manca il vino?

Fin dall’inizio è stato creato per la gioia degli uomini,.

Allegria del cuore e gioia dell’anima

è il vino bevuto a tempo e a misura.

Amarezza dell’anima è il vino bevuto in quantità,

con eccitazione e per sfida.

L’ubriachezza accresce l’ira dello stolto a sua rovina,

ne diminuisce le forze e gli procura ferite.

Durante un banchetto non rimproverare il vicino,

non deriderlo nella sua allegria.

Non dirgli parole di biasimo

e non affliggerlo chiedendogli quanto ti deve…..

(Siracide 31, 25-31))

 

Al “finire” mi sono oltre modo compiaciuto nel postarvi, in chiave amena, codesto mio “pensierino”,  facendovi memento di quel detto tanto ovvio  quanto schietto e sincero: “Quando il vino fa male…non è colpa del vino!”. E che codesto colorito “omaggio” che v’ho esuberantemente rammentato ne sia la testimonianza più sincera.

giorgino carnevali

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