Sabato, 18 maggio 2024 - ore 07.30

Torna ‘Oltreibanchi’ al Ponchielli, a Cremona ‘Milo, Maya e il giro del mondo’

Otto le repliche: lunedì 27 e martedì 28 aprile alle 09:00, 11:00 e 14:30, mercoledì 29 alle 09:00 e 11:00

| Scritto da Redazione
Torna ‘Oltreibanchi’ al Ponchielli, a Cremona ‘Milo, Maya e il giro del mondo’

Si colloca nell’ambito di AS.LI.CO - OperaDomani, progetto per la produzione di opere introdotte da percorsi didattici, Milo, Maya e il giro del mondo, spettacolo per ragazzi che andrà in scena lunedì, martedì e mercoledì prossimo al Teatro Ponchielli, per la rassegna Oltreibanchi. Lo spettacolo, con musica di Matteo Franceschini e libretto di Lisa Capaccioli (edito dalla Casa Ricordi di Milano), vede la regia di Caroline Leboutte. Lo spettacolo, vittorioso al concorso Opera Expo all’interno del progetto Europeo InteractivOpera, è una coproduzione tra Teatro Sociale di Como, AsLiCo (ITA); Opéra Royal de Wallonie, Liegi (BE); Theater Magdeburg (GER); Opéra de Rouen - Haute Normandie (FRA). Il biglietto è proposto al prezzo scolastico di 5 €, la durata dello spettacolo è di 80 minuti.

Milo e Maya sono protagonisti di un giro del mondo tra Marocco, Cina, India, Stati Uniti d’America… Un’opera complessa, una sfida entusiasmante che sta coinvolgendo tutti gli addetti ai lavori. Multiculturalità, Paesi e sapori del mondo, scoperta dell’altro, ma anche bullismo: sono solo alcuni esempi di quello che i ragazzi, aiutati dai loro insegnanti, potranno approfondire grazie alla preparazione allo spettacolo prima e all’opera stessa, poi.

In Italia vivono oltre un milione di ragazzi di origine straniera, di cui – secondo i dati ufficiali – sei su dieci nati nel nostro Paese. Milo, Maya e il giro del mondo ha vinto, il 6 gennaio 2015, anche il Fedora Rolf-Liebermann Prize, alto riconoscimento a chi si è distinto nel campo della lirica. La tournée 2015 sta attraversando l’Italia per concludersi, nel prossimo autunno, a Liegi, Rouen, Magdeburgo.

«Comporre per un pubblico giovane è sempre una sfida creativa molto interessante», si legge nelle note di regia di Franceschini, «che impone un confronto con problematiche compositive nuove e tutt’altro che semplici. I ragazzi sono curiosi per definizione. L’obiettivo (e credo, in senso più generale, anche la responsabilità di un artista) è di alimentare questa curiosità, considerandola un punto di partenza. L’opera non vuole rinunciare alla complessità creativa e di concezione, purché questa sia sinonimo di ricchezza, di profondità, di stimolo all’ascolto e non sia gratuita ed autoreferenziale. La mia ricerca in questo senso risiede nella molteplicità dei livelli di fruizione e lettura dell’opera. Chi possiede una conoscenza musicale di un certo livello, all’ascolto può dimostrare soddisfazione e interesse, esternando una curiosità nello scoprire e approfondire la scrittura dell’opera, le modalità strumentali, toccando con mano la ricerca alla base della composizione».

«Al tempo stesso», prosegue Franceschini, «chi è meno conoscitore non deve rimanere disorientato, bensì avvertire qualcosa che lo colpisca nel suono, nel gesto e nella “teatralità” della partitura. Per una ricerca di questo tipo, il teatro musicale rappresenta il luogo più fertile. Nello specifico, mi interessa particolarmente sviluppare una drammaturgia dell’immaginazione e dell’interpretazione. Amo poter creare un dramma che travolga la percezione e i sensi del pubblico, che tolga la certezza di ciò che accadrà, e di conseguenza disilluda le aspettative. Il viaggio immaginario di Milo e Maya accarezza mondi musicali diversi, filtrando le varie suggestioni e sviluppando un approccio analitico con la musica popolare; la partitura cerca di scovare un folclore fuori dal tempo, di far coesistere nell’opera culture differenti, dove le diversità d’espressione possa esprimersi attraverso la molteplicità dei modi di esecuzione».

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