Ogni anno l’azienda ferroviaria gestita da Regione Lombardia e dalle FS si fa trovare impreparata ai primi caldi estivi. E così da Varese a Pavia, e da Cremona, Mantova a Brescia cresce la rabbia dei pendolari. sabato sui “forni” della Brescia Parma (automotrici diesel 668 di 45 anni) dalle 13.54 alle 18,54 non è circolato un treno. Gli stessi macchinisti hanno chiesto, invano, la sostituzione del materiale rotabile e alla fine hanno preferito non partire nelle ore più calde. Stamane ancora disagi sui treni della bassa sulla Cremona Mantova, sulla Treviglio Brescia e sulla Brescia Cremona dove una donna è stata colta da malore e ricoverata in ospedale su un treno in ritardo di mezzora. I pendolari di Varese scrivono alla Regione che non ne possono più di questi disservizi. Trenord tampona una linea e ne scontenta un’altra questa è la strategia (miope) aziendale.
Per il funzionamento dei treni lombardi Trenord spende ogni anno quasi un miliardo di euro (500 milioni di contributi pubblici e quasi altrettanti ricavi da tariffa), producendo 43 milioni di treni-km l’anno. Il costo per treno-km è il più caro d’Italia, 23 euro/KM, mentre nelle regioni vicine è quasi la metà.
Ma per Trenord tutto va bene, solo la settimana scorsa aveva reso noto il suo bilancio annunciando un Margine operativo lordo di 65,5 milioni di euro. Ma il MOL è un indicatore parziale e che trae in inganno, visto che è basato solo sulla gestione operativa, senza considerare gli interessi (gestione finanziaria), le imposte (gestione fiscale), il deprezzamento di beni e gli ammortamenti. Se i risultati gestionali sono questi è meglio il pareggio di bilancio e che gli utili vengano reinvestiti nella manutenzione.
Dario Balotta Legambiente trasporti Lombardia