L’accordo per il commercio e gli investimenti tra Unione Europea e Stati Uniti(TTIP), in corso di negoziazione tra la Commissione UE e gli Usa, presenta numerosi punti oscuri e di forte preoccupazione. Sulla carta, il TTIP ha l’obiettivo di rimuovere le barriere commerciali in una vasta gamma di settori economici per facilitare l'acquisto e la vendita di beni e servizi tra Europa e Stati Uniti, favorendo la crescita e la creazione di posti di lavoro.
Insieme a Curzio Maltese, europarlamentare del Gruppo GUE/NGL, abbiamo espresso le nostre perplessità, riguardanti soprattutto i diritti dei lavoratori, le tutele dei consumatori e ricadute positive sul nostro tessuto produttivo. L’istituzione del TTIP avrebbe infatti effetti positivi soltanto se contenesse maggiori diritti per i lavoratori, garanzie riguardo alla protezione dei dati personali, maggiori tutele dei consumatori, massima trasparenza nelle trattative, misure favorevoli per il nostro tessuto produttivo senza istituire un sistema di risoluzione delle dispute tra investitori e stati parallelo rispetto alle normali procedure legali e prevedesse il pieno coinvolgimento del Parlamento Europeo nella sua fase di negoziazione. Ad oggi, nessuna di queste certezze è acquisita.
La Confederazione Europea dei Sindacati e la Federazione Americana del Lavoro, in una inedita e importante dichiarazione congiunta, hanno ribadito, in aggiunta alle nostre critiche di merito, che per loro la conclusione di un accordo sarebbe accettabile solamente a patto che garantisse il miglioramento delle condizioni e dei diritti dei lavoratori, basandosi anzitutto sulle principali Convenzioni dell'ILO.
Queste condizioni oggi mancano: l'impostazione del negoziato e l'assoluta opacità nella quale esso è stato condotto non consentono di intravedere una soluzione positiva. Appare perciò del tutto incomprensibile un negoziato sottratto alla reale conoscenza del parlamento e così carico di rischi.
TTIP, Cofferati: senza diritti non ci può essere un trattato UE-USA
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