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TURCHIA E ISRAELE ROMPONO LE RELAZIONI DIPLOMATICHE ED ENERGETICHE

| Scritto da Redazione
TURCHIA E ISRAELE ROMPONO LE RELAZIONI DIPLOMATICHE ED ENERGETICHE

Il Governo turco sospende i progetti di collaborazione nel settore del gas fino a quando le Autorità israeliane non ricompenseranno le vittime dell'attacco alla Freedom Flottilla del 2010. I rifornimenti di gas all'UE alternativi alla Russia la ratio del contrasto.

 

Una commistione tra politica ed energia che che riguarda l'Europa molto da vicino. Nella giornata di venerdì, 15 Febbraio, la Turchia ha posto il suo diniego all'avvio del progetto di esportazione di gas da Israele in Europa per motivazioni politiche.

 

Come riportato dalla Trend, il Ministro dell'Energia della Turchia, Taner Yildiz, ha motivato la posizione risoluta di Ankara con le mancate scuse da parte di Israele per l'uccisione di nove cittadini turchi durante l'attacco alla Freedom Flottilla nel 2010.

 

Il Ministro Yildiz ha posto come condicio sine qua per il rinnovo della cooperazione energetica con Tel Aviv anche l'erogazione di compensazioni alle famiglie delle vittime turche dell'attacco militare al cargo navale -che per i turchi trasportava aiuti in Palestina, mentre secondo gli israeliani riforniva di armi i terroristi palestinesi- e l'immediato sgombero da parte di Israele della Striscia di Gaza.

 

Un preludio al dissidio tra i due Paesi si è avuto nel Settembre 2012, quando il Premier turco, Tajip Erdogan, ha richiamato in Patria l'Ambasciatore a Tel Aviv, ed ha posto i rapporti diplomatici con Israele su un secondo piano rispetto a quelli con altri Paesi del Medioriente.

 

Tuttavia, l'inasprimento dei rapporti turco-israeliani è dettato anche dalla concorrenza tra i due Paesi per garantire all'Unione Europea fonti di approvvigionamento di gas alternative a quelle della Russia.

 

Per diminuire la dipendenza da Mosca -da cui l'UE dipende per il 40% del fabbisogno continentale di gas- la Commissione Europea ha progettato l'importazione diretta di oro blu da fonti alternative, Azerbaijan e Turkmenistan, mediante la costruzione di un sistema di gasdotti che transitano attraverso la Turchia.

 

Negli ultimi mesi del 2012, la scoperta di un cospicuo giacimento di gas al largo delle coste israeliane del Mar Mediterraneo ha però reso Tel Aviv una possibile fonte di approvvigionamento di gas alternativa alla Russia, che avrebbe finito per ridimensionare l'importanza della Turchia per l'UE.

 

I turchi restano favoriti

 

A giocare a favore della Turchia sono i progressi registrati nel progetti di importazione diretta del gas dall'Azerbaijan.

 

In partnership con le Autorità azere, il Governo turco ha avviato la realizzazione del Gasdotto Trans Anatolico -TANAP: conduttura concepita per veicolare il gas proveniente dall'Azerbaijan dalla Georgia alla Turchia Occidentale.

 

Da qui, due condutture, il Nabucco e il Gasdotto Trans Adriatico -TAP- sono state progettate dalla Commissione Europea per trasportare il gas azero rispettivamente in Austria attraverso Bulgaria, Romania e Ungheria, e in Italia attraverso Grecia e Albania.

 

Al contrario, il trasporto del gas israeliano in Europa è ancora privo di un progetto organico e ben definito.

 

Oltre al varo di una partnership tra Israele, Cipro e Grecia per il trasporto diretto del gas in UE - da cui non è derivato ancora nessun piano concreto- Tel Aviv ha preventivato l'invio del carburante estratto dal Mar Mediterraneo in Europa attraverso la Turchia, mediante la costruzione di un apposito gasdotto dalle coste israeliane al territorio turco.

 

Il congelamento delle relazioni diplomatiche ed energetiche tra Ankara e Tel Aviv ha però sospeso la realizzazione del progetto, lasciando insoluta la questione dell'esportazione del gas israeliano verso il Vecchio Continente.

 

Matteo Cazzulani

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