Aveva anticipato il doppio folle gesto su Facebook Claudio Baima Poma, 47enne operaio di un’azienda meccanica di Rivara, nel torinese. L’uomo, dopo aver ucciso con la pistola che deteneva illegalmente il figlio di 11 anni, si è tolto la vita. A portarlo all’estrema decisione la depressione che non è riuscito a vincere, anche - sostiene - per il mancato supporto della moglie. "Ho perso la battaglia contro la depressione. Partiamo per un lungo viaggio dove nessuno ci potrà dividere", scrive sul social network rivolgendosi alla moglie.
Nel lungo post di commiato pubblicato sul proprio profilo Facebook, Claudio Baima Poma, ripercorre le tappe che lo hanno portato alla decisione di passare ad altra vita assieme al figlio di 11 anni. La compagna, dice, non lo ha mai compreso né aiutato quando ha provato a chiederle aiuto, lasciandolo sprofondare da solo nel vortice di una depressione aggravatasi sempre più nel corso degli anni anche per via di alcuni problemi alla schiena e ad una gamba.
La replica della madre del bambino è durissima. La coppia si era separata da circa un anno e mezzo dopo 12 anni e lei era andata a vivere poco distante dalla villetta in cui è avvenuta la tragedia. "Erano molto legati, al massimo pensavo potesse fare del male a me. Non a nostro figlio...", le parole riportate da Tgcom24. Rispondendo alle accuse lanciategli dall’ex, poi: "Vigliacco... Ha dato colpe a me di cose che lui non era in grado di affrontare", conclude