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UCRAINA: CINA E COREA DEL SUD INTERESSATE AL RIGASSIFICATORE DI ODESSA

| Scritto da Redazione
UCRAINA: CINA E COREA DEL SUD INTERESSATE AL RIGASSIFICATORE DI ODESSA

Il Governo ucraino dichiara l'interessamento di investitori asiatici per la realizzazione di un'infrastruttura di importanza strategica per diversificare le forniture di oro blu. Il progetto congelato in seguito al giallo diplomatico tra Kyiv e la compagnia spagnola Natural Gas Fenosa.

 

Denari cinesi e investimenti coreani per cancellare la figuraccia con gli spagnoli. Nella giornata di mercoledì, 16 Gennaio, il Ministro dell'Energia ucraino, Eduard Stavytsky, ha dichiarato l'intenzione di rinnovare il progetto per la costruzione del rigassificatore di Odessa.

 

Nello specifico, il Ministro Stavytsky ha sottolineato come alcuni investitori provenienti da Cina e Corea del Sud abbiano espresso la volontà di collaborare con il Governo ucraino per la realizzazione di un'infrastruttura di importanza strategica per la sicurezza energetica di Kyiv.

 

Il palesarsi degli investitori asiatici ha rinnovato un progetto affossatosi nel Novembre 2012, quando il Governo ucraino, rappresentato dall'ex-Ministro dell'Energia, Yuri Boyko, ha firmato un contratto per l'avvio della realizzazione del rigassificatore di Odessa con un rappresentante non autorizzato della compagnia spagnola Gas Natural Fenosa.

 

In seguito all'incidente diplomatico, la Gas Natural Fenosa ha abbandonato il progetto, ed ha lasciato il Governo ucraino sprovvisto dell'unico partner selezionato per la realizzazione di un'infrastruttura deputata alla diversificazione delle importazioni di gas dalla Russia, da cui l'Ucraina dipende per il 90% circa del proprio fabbisogno nazionale.

 

Concepito per importare 10 Miliardi di metri cubi di gas all'anno da Qatar, Egitto, Algeria, Azerbaijan e Libia, il rigassificatore di Odessa è una delle soluzioni approntate dall'Amministrazione del Presidente ucraino, Viktor Yanukovych, per risolvere l'impasse energetica tra Ucraina e Russia.

 

Dinnanzi alla mancata volontà da parte di Mosca di concedere sconti sulle tariffe per le forniture di carburante, Kyiv ha deciso di diminuire la quantità di gas importata dalla Russia al minimo contrattuale, ed ha implementato la realizzazione del rigassificatore di Odessa per compensare l'ammanco energetico con approvvigionamenti di oro blu liquefatto.

 

Inoltre, l'ex-Ministro Boyko - recentemente promosso a Primo Vicepremier - ha aumentato l'utilizzo di carbone e greggio per il funzionamento delle industrie nazionali, ed ha firmato un accordo trimestrale con la compagnia tedesca RWE per l'importazione di 57 Milioni di metri cubi di gas russo dalla Germania in Ucraina.

 

L'importazione in Ucraina di gas di provenienza russa da ovest anziché da est è stata possibile grazie allo sfruttamento in senso inverso dei gasdotti di Polonia ed Ungheria.

 

Con l'apertura del Nordstream, gasdotto realizzato dalla Russia sul fondale del Mar Baltico per aumentare la dipendenza dell'Europa dalle forniture di gas russo, Mosca rifornisce direttamente la Germania di 55 Miliardi di metri cubi di oro blu all'anno.

 

L'apertura della nuova magistrale ha permesso alle compagnie energetiche tedesche di riesportare il carburante di Mosca ai Paesi dell'Europa Centro-Orientale che, come Ucraina, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, hanno perso il ruolo di Stati di Transito del gas della Russia in Europa Occidentale in seguito alla costruzione del Nordstream.

 

Kyiv tra crisi energetica e regresso democratico

 

L'Ucraina è riuscita a conservare lo status di Paese di transito del gas russo in Europa fino al 2011, grazie ad un contratto firmato con Mosca dall'ex-Primo Ministro, Yulia Tymoshenko - nota in Occidente per avere guidato nel 2004 il processo democratico ucraino passato alla storia come Rivoluzione Arancione.

 

Pur di garantire all'Unione Europea forniture stabili di gas dalla Russia, la Tymoshenko, nel Gennaio 2009, ha accettato tariffe onerose per l'acquisto di oro blu, che Mosca ha sapientemente imposto a Kyiv per destabilizzare la situazione politica interna ucraina.

 

A causa delle firma del contratto per il gas con la Russia, la Tymoshenko, perso il potere nel 2010, è stata condannata a sette anni e mezzo di carcere per abuso d'ufficio e condotta contraria all'interesse nazionale dopo un processo ritenuto irregolare dalle principali ONG internazionali indipendenti.

 

Criticato dall'UE a causa del mancato rispetto dei diritti civili e della democrazia dimostrato con la messa in carcere della Leader dell'Opposizione Democratica "arancione", il Presidente Yanukovych si è trovato a fronteggiare una profonda crisi energetica con la Russia, che ha continuato a imporre a Kyiv condizioni onerose per il gas.

 

Senza potere l'appoggio politico di Bruxelles, e privo di forniture alternative di energia disponibili nell'immediato, Yanukovych ha trascinato l'Ucraina in una crisi energetica difficile da superare.

 

Matteo Cazzulani

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