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UCRAINA: PUTIN ANNETTE LA CRIMEA E MARCIA SULLA TAURIDE

| Scritto da Redazione
UCRAINA: PUTIN ANNETTE LA CRIMEA E MARCIA SULLA TAURIDE

Il Parlamento della Repubblica Autonoma ucraina ha dichiarato l'indipendenza sotto la pressione delle armate russe, mentre spie di Mosca sono state arrestate a Kherson, nell'Ucraina meridionale. L'Europa impone nuove sanzioni mentre la NATO rafforza la difesa dell'Unione Europea

Uno scenario a lungo temuto e negato, ma che alla fine è avvenuto: la Russia ha annesso la Crimea e, ora, punta dritto al resto dell'Ucraina per cancellare lo Stato ucraino dalle cartine geografiche per dare all'Occidente una prova di forza tipica di un'era che comunemente si credeva essere chiusa.

Nella giornata di martedì, 11 Marzo, il Parlamento della Repubblica Autonoma ucraina di Crimea, controllato da forze militari russe, ha emanato la Dichiarazione di Indipendenza da Kyiv ed ha richiesto l'annessione della penisola alla Federazione Russa tramite un referendum il cui svolgimento sarà controllato sempre dall'esercito inviato da Mosca.

La dichiarazione di indipendenza della Crimea è l'ultimo atto di un'occupazione militare russa che, dopo il rovesciamento del regime di Viktor Yanukovych a causa della protesta pacifica del Maidan, ha visto il Presidente russo, Vladimir Putin, intervenire con proprie armate per tutelare gli interessi della popolazione russofona della penisola che si affaccia sul Mar Nero.

Il giorno successivo, mercoledì, 12 Marzo, spie russe sono state fermate dalla polizia ucraina nei pressi di Kherson, nel sud dell'Ucraina, oltre i confini della Crimea. Come riportato dall'autorevole Ukrayinska Pravda, le spie stavano compiendo un inventario della preparazione dell'esercito ucraino, con particolare attenzione alla capacità di resistenza e alle strutture difensive.

Pronta è stata la riposta dell'Europa, che, per voce del Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, ha condannato l'annessione di una regione dell'Ucraina da parte della Russia. L'Unione Europea ha poi dato il via ad una seconda ondata di sanzioni personali nei confronti di Mosca, ed ha congelato la realizzazione di alcune infrastrutture energetiche, come il Southstream, concepite per accrescere la dipendenza dell'UE dalle forniture di gas della Russia.

Una forte reazione è provenuta anche dalla NATO, che già martedì, 11 Marzo, ha rafforzato la difesa aerea presso i confini di Polonia e Romania con l'Ucraina, ed ha posizionato alcune portaerei statunitensi al largo delle coste romene con una chiara mossa di carattere difensivo.

L'Europa per la democrazia, l'Italia per la pace

I fatti di Crimea avvalorano l'ipotesi che Putin intenda annichilire l'Ucraina, con un'invasione militare che parte dalla Crimea per toccare anche il resto del Paese, per dimostrare all'Occidente che la Russia è una superpotenza militare che bisogna temere, sopratutto nella sua vocazione imperialista che guarda all'Europa.

Le avvisaglie del comportamento aggressivo di Putin datano già all'Agosto del 2008, quando l'esercito russo, approfittando dell'apertura delle Olimpiadi di Pechino, ha invaso alcune regioni della Georgia -Abkhazia ed Ossezia del Sud- sempre con la scusa di tutelare le popolazioni autoctone russofona.

Dinnanzi ai fatti di Crimea, ben fa l'Europa a condannare l'accaduto. L'occupazione militare russa della penisola è una piena violazione dell'Accordo di Budapest del 1994, con cui l'Ucraina, in cambio della cessione dell'intero suo arsenale nucleare, si è vista riconosciuta la sua indipendenza ed integrità territoriale da Russia, USA e Gran Bretagna.

Opportuna è stata anche la proposta avanzata dal Premier polacco Donald Tusk al Cancelliere tedesco Angela Merkel, secondo cui l'UE deve diminuire la dipendenza energetica dalla Russia attraverso la realizzazione di gasdotti per importare gas naturale da Azerbaijan, Turkmenistan ed Israele e rigassificatori per acquistare gas liquefatto da Qatar, Egitto, Norvegia ed USA.

Su questo, ben si è mossa anche l'Italia, che per volere dell'allora Premier Enrico Letta e dell'allora Ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini ha supportato con forza la realizzazione del Gasdotto Trans Adriatico -TAP- per veicolare gas dell'Azerbaijan in Salento, e, così, rendere il nostro Paese l'hub europeo dell'oro blu azero.

Un ruolo attivo può essere giocato anche dalla NATO, che ha già iniziato a mobilitare le sue truppe in difesa dei confini dell'UE, con particolare attenzione a Polonia, Romania e Paesi Baltici: gli Stati verso i quali, nemmeno troppo velatamente, Putin ha sempre inviato pretese di carattere espansionistico.

Oltre a manovre difensive, la NATO sta valutando cin da subito di integrare al suo interno Georgia, Moldova ed Ucraina. Questi Paesi sono stati mantenuti fuori dall'Alleanza Atlantica per paura di irritare la Russia che, come dimostrato dai fatti ucraini, alla fine ha tuttavia mostrato il suo vero volto violento, a prescindere dall'appeasement dell'Europa.

Dopo la Georgia e la Crimea, è sempre più alta la preoccupazione che la Russia di Putin possa allargare il conflitto ad altre zone dell'Ucraina, se non ad altri Paesi dell'Europa: come ha dichiarato Putin a più riprese sopratutto durante l'ultima campagna elettorale, Mosca ritiene che l'Europa sia il principale avversario della Russia, che il Cremlino deve eliminare il prima possibile dalla competizione internazionale per recuperare lo status di superpotenza imperiale.

In questo, ben fa l'Italia a mantenere, per ragioni culturali ed economiche, una posizione equilibrata per cercare fino all'ultimo una soluzione pacifica del conflitto attraverso il dialogo con tutti.

L'Europa, dal canto suo, deve mantenere una posizione ferma in sostegno della pace, della democrazia, dei diritti umani e del progresso: valori su cui val bene la pena di sacrificare qualche goccia di gas.

Matteo Cazzulani

m.cazzulani@gazeta.pl

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2014-03-12

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