Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 15.53

Ucraina.Canale TVi oscurato:M.Cazzulani

| Scritto da Redazione
Ucraina.Canale TVi oscurato:M.Cazzulani

Il canale TVi è stato oscurato in buona parte del Paese a causa delle critiche rivolte al Presidente, Viktor Yanukovych. In più di tremila, a Kyiv ed in altre città ucraine, ne hanno richiesto il ripristino della trasmissione in chiaro.
Contesta le Autorità e il Presidente Yanukovych, e per questo è cancellato da più di 60 operatori della tv via cavo nazionale. Nella giornata di sabato, 8 Settembre, a Kyiv in più di tremila manifestanti si sono riuniti presso il Monastero di San Nicola per dimostrare in favore della libertà di stampa e, sopratutto, contro l'oscuramento del canale TVi.
Negli ultimi mesi, il TVi è progressivamente sparito dai teleschermi degli ucraini: dapprima nelle regioni Centro-Orientali del Paese, poi anche in alcune zone del centro e dell'Occidente dell'Ucraina.
Secondo gli operatori, la causa è legata alla scadenza dei contratti che legano la televisione viola - il colore del TVi - alle concessionarie a cui spetta la gestione della tv via cavo ucraina. Tuttavia, in molti sono convinti che la scomparsa di uno dei canali maggiormente critici nei confronti delle Autorità sia legata ad una ratio politica.
A pensarla in questa maniera sono stati i più di tremila manifestanti accorsi alla manifestazione nel centro di Kyiv. Tra essi, oltre al Direttore del TVi, Mykola Knyazhytsky, anche personalità di spicco dell'Opposizione Democratica Unita, come il Viceleader degli arancioni, Arseniy Yatsenyuk, il Vicespeaker del Parlamento, Mykola Tomenko, l'ex-Ministro della Difesa, Anatoliy Hrytsenko, e i Deputati Nazionali Iryna Herashchenko, Valentyn Nalyvaychenko, ed Oleksandr Kuzhel.
Simili manifestazioni sono state organizzate in altre città del Paese, tra cui Zhytomir, Kharkiv, Zaporizhzhya, Leopoli, Chernihiv, e persino Donetsk e Luhansk: le roccaforti elettorali del Presidente Yanukovych.
Oltre che al ripristino dell'emissione del TVi nella televisione via cavo ucraina, i manifestanti hanno chiesto la fine della censura e della pressione sui media, e le immediate dimissioni dei responsabili di una situazione che ha trascinato l'Ucraina tra i Paesi riconosciuti come "parzialmente liberi" secondo l'ultima graduatoria di Reporters sans Frontières.
Nell'Ucraina di Yanukovych, i media indipendenti stanno vivendo un periodo poco felice. Dalla salita al potere del Presidente, nel Marzo 2010, TVi e il 5 Kanal - l'altro più importante canale indipendente del Paese - sono stati ripetutamente oggetto di pressioni, ed hanno visto notevolmente limitate le frequenze attraverso le quali essi erano ricevuti dalle televisioni di tutto il Paese.
Inoltre, si sono registrati casi legati a singoli giornalisti, come quello del colonnista dell'Ukrayinska Pravda, Mustafa Nayem - minacciato in diretta tv da Yanukovych per una domanda scomoda riguardante l'utilizzo da parte del Capo dello Stato di denaro pubblico per la costruzione della sua tenuta presidenziale di Mezhihirya - o quello della sua Direttrice, Olena Prytula: aggredita dal servizio di sicurezza del Presidente per avere osato, durante il Forum Internazionale della Carta Stampata, issare un cartello inneggiate alla libertà di stampa sulle Rive del Dnipro.
Pressione sui media e repressione politica
Lo stato della libertà di stampa va di pari passo con quello della libertà politica. Dalla salita al potere di Yanukovych sono una decina gli esponenti dell'Opposizione Democratica ad essere stati perseguitati, arrestati, e addirittura incarcerati per via della loro militanza partitica.
I casi più noti sono quello dell'ex-Primo Ministro, Yulia Tymoshenko - condannata a sette anni di carcere dopo un processo in cui la Difesa è stata privata di ogni diritto - dell'ex-Ministro degli Interni, Yuri Lutsenko - condannato a quattro anni di galera dopo un procedimento in cui tutti i testimoni eccetto due hanno confermato l'innocenza del politico arancione - e quello dell'ex-Ministro dell'Economia, Bohdan Danylyshyn, costretto all'esilio in Repubblica Ceca.
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Matteo Cazzulani
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