Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 14.21

UE Draghi chiede un patto per la crescita |E. Galantini

| Scritto da Redazione
UE Draghi chiede un patto per la crescita |E. Galantini

Il governatore della Bce esorta i governi a impegnarsi per rilanciare lo sviluppo del continente. Le proposte di Hollande per ridisegnare il patto sui bilanci. In Senato in Italia al via l’esame sugli emendamenti al ddl lavoro.
Un altro patto, un altro compact. Dopo il Fiscal compact il Growth compact. Dopo quello il patto sui bilanci suggerito in dicembre all'Europarlamento e approvato da 25 governi in marzo, Mario Draghi torna dai deputati della Commissione economica dell'assemblea comunitaria e invita l'Europa a mettere in cantiere una nuova iniziativa, un patto, per la crescita che completi e compensi il predecessore”. È la notizia del giorno e su questa aprono le prime pagine tutti i quotidiani o quasi). “Secondo il presidente della Bce l'incertezza del quadro economico è ‘molto, molto elevata’ e ‘immaginare una strategia di uscita (dalla crisi) è prematuro’ – è la sintesi di Marco Zatterin su La Stampa –. Vede ‘un prevalere dell'incertezza’ e rischi ‘correlati a nuove tensioni sui debiti sovrani che potrebbero trasferirsi sull'economia reale’. La situazione è a rischio, si capisce. Per questo ‘i governi devono essere più ambiziosi’. Reclama un colpo di reni, il banchiere centrale, che irrompe a suo modo nelle questioni della politica europea. Non rinnega l'austerità, non mette da parte il pressing per le riforme strutturali, però ricorda che ‘i cittadini attendono risposte comuni per sfide comuni’. Durante l'audizione parlamentare, Draghi si spinge a dire che, ‘se ci si limita al consolidamento fiscale soprattutto aumentando le tasse, l'effetto è certamente recessivo’. Al contrario, la ricetta è ‘tagliare le spese correnti senza toccare gli investimenti’, mentre ‘alcuni, in condizioni di estrema urgenza, sono ricorsi all'aumento delle imposte, che è più facile, e hanno tagliato la spesa in conto capitale invece di ridurre la corrente’. Una lezione tagliente, che numerosi osservatori hanno letto come un rimbrotto al governo Monti”.

Interviene quasi come un sasso nello stagno, il governatore della Banca centrale, uno stagno peraltro agitato dai risultati del primo turno alle elezioni presidenziali in Francia e dalla reazione assai negativa delle borse (che peraltro hanno subito cercato di riprendersi). Racconta Il Corriere della Sera la reazione del candidato socialista. “‘Molti capi di Stato e di governo aspettano ormai l'elezione francese per riaprire le discussioni - ha commentato Francois Hollande -. E oggi anche il presidente della Bce, Mario Draghi, ha detto che il patto di stabilità deve essere completato da un patto per la crescita. Ha aggiunto persino che sarebbe utile tornare indietro e dare priorità a educazione, ricerca, grandi infrastrutture. Le parole di Draghi confermano che il mio impegno di rinegoaiare il trattato fa dell'elezione francese un momento decisivo. Ieri il leader socialista ha dato le prime indicazioni su come agirà’. E ancora: ‘All'indomani della mia ipotetica vittoria, farò pervenire ai capi di governo dei paesi europei un memorandum per rinegoziare il trattato, strutturato su quattro proposte’. Che sono: 1) la creazione di eurobond; 2) più potere di finanziamento alla Bei (Banca europea per gli investimenti); 3) tassa sulle transazioni finanziarie; 4) sblocco dei fondi strutturali Ue”.

Venendo alle cose di casa nostra, c’è da segnalare che oggi inizia in commissione lavoro al Senato l’esame degli emendamento al ddl lavoro. “I sindacati – racconta Giorgio Pogliotti su Il Sole 24 ore – guardano con preoccupazione alle modifiche al Ddl sulla riforma del mercato del lavoro, temendo che venga compromesso l'equilibrio raggiunto sulle misure di contrasto alla cattiva flessibilità e sulle sanzioni per i licenziamenti illegittimi. ‘Le norme sui licenziamenti sono oggetto di diversi emendamenti ma la leader della Cgil, Susanna Camusso, frena, confermando il pacchetto di 16 ore di protesta, compreso lo sciopero generale: ‘Sentiamo che si vuole intervenire sull'articolo 18 e rispondiamo dicendo che la nostra mobilitazione continua’. Secondo la Camusso ‘sulla precarietà c'è troppo poco e sugli ammortizzatori ci sono ancora troppe incertezze’”.


Raffaele Bonanni, intervistato da Libero, è decisamente per non toccare il ddl sul lavoro: “Non sono del partito delle modifiche perché si rischia di rompere l'equilibrio faticosamente raggiunto. C'è il rischio che salti tutto. E sarebbe un danno perché ritorneremmo nel circolo vizioso delle polemiche che non ci permettono di discutere delle cose importanti. Il governo comunque non può rimangiarsi la posizione sulle partite Iva e le associazioni in partecipazione”.

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