Sabato, 27 aprile 2024 - ore 09.01

Un piano d’azione sull’imprenditorialità 2020 per i liberi professionisti

Spaolonzi (Agiconsul): «La libera professione è sempre più impresa, almeno in Europa»

| Scritto da Redazione
Un piano d’azione sull’imprenditorialità 2020 per i liberi professionisti

«Se ne discute da tempo e nella giurisprudenza comunitaria sono diverse ormai le tracce di un orientamento che tende in maniera crescente a reputare le libere professioni come attività imprenditoriali. Da sempre schiacciate da logiche corporativiste, cercano, in punta di diritto, e più di recente grazie all’integrazione dei mercati, di sfuggire al vero svilimento professionale, fatto di barriere all’ingresso, obbligo di iscrizione ad albi nazionali, enormi limiti di capitalizzazione e quasi nessuna possibilità di strategie legate a una miglior promozione del servizio. Il moderno libero professionista, davvero libero e davvero moderno, deve poter guardare all’innovazione, alla competitività e al merito; deve poter consolidare la propria attività e accedere ai finanziamenti dai quali è totalmente assente ed escluso. Ma forse siamo a un punto di svolta»: questo l’auspicio di Fabrizio Spaolonzi, membro del Consiglio Direttivo di Agiconsul (Associazione Giuristi e Consulenti Legali) in riferimento all’annuncio della Commissaria UE all’industria, mercato interno e Pmi, Elżbieta Bieńkowska, che, rispondendo a un’interrogazione del Vicepresidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani (Forza Italia) sull’applicazione del piano d’azione dell’UE per i liberi professionisti, ha dichiarato la costituzione di un Forum europeo sulle libere professioni, a partire dal 2015.

«Questo forum (probabile ulteriore sovrastruttura non necessaria in termini di forma, ma, apparentemente, almeno di contenuto) si iscrive nel contesto del Piano d’azione imprenditorialità 2020 e mira finalmente a coinvolgere i liberi professionisti nei progetti e programmi europei destinati al mondo dell’imprenditoria», aggiunge Spaolonzi, «e finalmente ha il merito di riconoscere e rendere degno il libero professionista per il peso economico e di rappresentanza numerica che ha sul mercato europeo».

«Ci si aspetta che l’Italia possa recepire ed eventualmente migliorare le proposte che arriveranno da Bruxelles, senza sprofondare nelle solite logiche protezionistiche squisitamente nazionali che comporterebbero il consueto svantaggio competitivo italiano nei confronti dei mercati esteri, ormai drammaticamente globali. In un contesto in cui si cerca il consolidamento delle PMI sarebbe opportuno un sostegno affinché anche i liberi professionisti possano crescere e rafforzarsi sui mercati e non, quindi, la stratificazione di un definitivo ostacolo alla loro realizzazione», conclude Spaolonzi.

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