Ue: pronti i nostri fondi, interverremo
(Il Messaggero del 3 giugno 2012)
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Immagino che ci sia già chi ride a crepapelle... arrivano i soldi dell'UE, comincia la pacchia, forza con gli appalti... questo a me, questo a te, e questo (gesto dell'ombrello) ai terremotati.
Non c'è margine per una benchè minima fiducia; gli abitués delle turbative d'asta hanno già pagato alla politica corrotta (con voti, sostegno, appoggi) il diritto di "farsi i baffi" con il pubblico denaro, per cui lo ritengono un diritto acquisiti e sarà difficilissimo neutralizzarli; tra l'altro godono del sostegno istituzionale dei trascorsi governi.
L'unica soluzione è che l'UE provveda in proprio all'amministrazione dei fondi, sapendo di avere a che fare con filibustieri incalliti.
Organizzazione, progetti, esecuzione, amministrazione, sostegno alle famiglie... tutto deve passare attraverso una commissione di fiduciari dell'UE, altrimenti verranno eseguiti lavori inutili ma lucrosi; l'esperienza non consente alcuna fiducia.
Per i fondi del governo italiano non c'è nulla da dire, se non "Che Dio ce la mandi buona!".
Propongo, inoltre un Decreto Legge per rendere molto più severe le norme anti corruzione, inserendol'aggravante dello sfruttamento di una calamità naturale, che preveda la confisca di tutti i beni dello sfruttatore e il loro utilizzo per lo scopo oggetto della truffa.
Nessuna considerazione per questa gente che specula sulle disgrazie altrui; in casi come questo va bene "colpirne uno per educarne cento"
Rosario Amico Roxas