In seguito alle modifiche al Codice del lavoro che hanno equiparato dallo scorso anno gli accordi di lavoro ‘dohoda’ (tipo co.co.pro) al lavoro dipendente, molti agricoltori hanno iniziato ad utilizzare per i loro impieghi stagionali dei lavoratori stranieri, lamentandosi che gli slovacchi sono diventati troppo costosi per loro. Ne scrive ieri in un articolo il quotidiano Sme. Per i coltivatori slovacchi è più conveniente assumere ucraini, bulgari o romeni, che si accontentano di salari inferiori.
Un’agenzia di risorse umane ha detto al giornale che in effetti anche loro hanno registrato un aumento della manodopera proveniente da Romania e Bulgaria. Un’altra ricorda che il costo del lavoro per gli addetti assunti con accordi è rincarato di circa un terzo nell’ultimo anno, dato che anche i dohoda sono soggetti a contributi e tasse come un qualsiasi dipendente.
Fonte: http://www.buongiornoslovacchia.sk/index.php/archives/44118
2014-02-16