L’uomo fermato con l’accusa di essere il principale autore dell’attacco davanti all’ex sede di Charlie Hebdo a Parigi è un 18enne pachistano, vecchia conoscenza della polizia ma per reati comuni. Il secondo fermato è un 33enne, la cui posizione è “da definire”, spiegano gli investigatori. Confermato il numero di feriti, 4, così come il tipo di arma usata, una mannaia, trovata alla fermata della metropolitana di Richard Lenoir.
Attacco all’arma bianca davanti alla ex sede parigina di Charlie Hebdo, il giornale satirico francese diventato famoso in tutto il mondo dopo l’attentato terroristico perpetrato a gennaio 2015 nei suoi locali che provocò 12 vittime. Non sfugge che nelle scorse settimane è iniziato in Francia il processo per quella strage.
Questa mattina quattro persone sarebbero state accoltellate nei pressi dell’ex quartier generale di Charlie Hebdo, in boulevard Richard Lenoir, non lontano dalla Bastiglia. Due verserebbero in gravi condizioni. Secondo le prime informazioni diffuse dai media francesi tra gli accoltellati ci sono due dipendenti dell’agenzia Premières Lignes: non si tratta di giornalisti ma di addetti che lavorano alla produzione e alla post-produzione. Le loro identità non sono state diffuse.
I due erano usciti a fumare una sigaretta quando sarebbero stati attaccati da uno o due sconosciuti, probabilmente con un machete. La polizia poco dopo ha fermato un sospetto nella zona di Place de La Bastille “con numerose macchie di sangue addosso” e si era diffusa la notizia che avesse agito da solo. Circa un’ora dopo, a poca distanza, è stato però fermato un secondo uomo, alla stazione della metropolitana Richard Lenoir.
Intanto i residenti della zona sono stati invitati a rimanere chiusi in casa, l’unità antiterrorismo è stata attivata e le scuole sono state sigillate, con migliaia di ragazzi dentro. L’ANSA ricorda che erano stati proprio i giornalisti di Premières Lignes a diffondere per primi le immagini dei presunti terroristi del 2015, identificati nei fratelli Kouachi, in fuga dopo l’attentato e poi rimasti uccisi.
Negli scorsi giorni la redazione di Charlie Hebdo, che si riunisce in locali segreti per questioni di sicurezza, era stata nuovamente minacciata mentre il processo contro i responsabili della strage di 5 anni fa, iniziato ai primi di settembre, va avanti. In settimana la direttrice delle risorse umane del periodico era stata trasferita d’urgenza da casa sua a seguito di minacce “urgenti e circostanziate”.
Il processo, il cui inizio è coinciso con la ripubblicazione di alcune controverse caricature sull’Islam da parte della rivista satirica, riguarda anche quanto successo nella capitale francese nei due giorni seguenti all’attentato alla sede di Charlie Hebdo, cioè l’omicidio di una poliziotta e l’assalto a un supermercato kosher, con altre 4 persone uccise, fatti ritenuti legati allo stesso disegno di morte.
Sull’episodio di oggi la procura nazionale antiterrorismo francese ha aperto un’inchiesta per “tentato omicidio in relazione” a un attentato “terroristico”.