A Cremona Pietro Dommarco, autore del libro ‘Trivelle d’Italia’

Lo stoccaggio sotterraneo di gas in Lombardia svolge alcune funzioni di utilità pubblica ma ha soprattutto una valenza speculativa per gli investitori, come dimostra il progetto di creare nell’area un HUB del gas europeo. In Lombardia e in Pianura Padana vi sono impianti in funzione, in costruzione, in fase di autorizzazione, e in fase di studio. Moltissimi. Sovradimensionati. Una lunga catena di depositi sotterranei di gas metano, ad altissima pressione, dalle Prealpi della Brianza fino al mare Adriatico. Una delle zone più densamente popolate d’Europa, dove sono presenti sorgenti sismogeniche naturali. Questi impianti causano problemi di sicurezza, economici e di natura ambientale: sono tra gli impianti industriali più pericolosi (Direttiva Seveso); hanno un impatto negativo sulle falde di acque potabili; devastano il paesaggio rurale e inquinano l’aria; confliggono con le attività economiche, quali le agroalimentari, basate su un territorio sano; e soprattutto, questi impianti possono causare terremoti. Tutti gli studi e le esperienze dimostrano chiaramente che l’iniezione nel sottosuolo di fluidi solidi o gassosi ad alta pressione può scatenare terremoti, soprattutto in una zona in cui sono presenti sorgenti sismogeniche naturali, come quelle in cui si trovano gli stoccaggi lombardi.

L’incontro con Pietro Dommarco, che presenta il suo volume Trivelle d’Italia, edito da Altreconomia, è organizzato e promosso da: Circolo AmbienteScienze Cremona, Acli Cremona, Legambiente Cremona, Salviamo il Paesaggio Casalasco Cremonese Cremasco, Ass. Senegalesi Cremona e Provincia, CreaFuturo Cremona, Coord. Comitati Ambientalisti Lombardia, Coord. No Triv Lombardia, Coord. Comitati contro le Autostrade CR-MN e Tibre.