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A Mahamadou rigettata la domanda di asilo politico

| Scritto da Redazione
A Mahamadou rigettata la domanda di asilo politico

Venerdì 25 maggio 2012.Carissimi, ... questa mattina abbiamo informato Mahamadou della sentenza di diniego del suo ricorso (sentenza del Tribunale di Milano sul ricorso presentato avverso rigetto della domanda di asilo politico: da quanto ne sappiamo ad oggi é il primo caso, in tutta Italia) e la sua reazione è stata di una tristezza assoluta, un misto tra voglia di piangere e disperazione. Lo abbiamo informato sulla possibilità di un appello e degli eventuali costi che si dovranno affrontare (1.000 euro, circa).
Oggi pomeriggio ho di nuovo incontrato Mahamadou e mi è sembrato leggermente più tranquillo ed ha promesso che entro domani avrebbe dato la risposta circa la sua volontà di effettuare l'appello (abbiamo ancora solo 7 giorni per poterlo preparare).
...Un'ultima cosa, il responsabile della [xyz], che sta impiegando Mahamadou con una borsa lavoro, si è offerto di contribuire con 200,00 euro al pagamento dell'appello. Facciamo girare voce ...
 
Mahamadou ha il diritto ad esperire tutti i gradi di giudizio ma, circa l'esito, le prospettive non sono incoraggianti. I margini di successo sono minimi. Inoltre, pur nelle more dell'appello, non é detto che il giudice conceda la sospensiva alla sua espulsione dal territorio italiano. E in ogni caso, una volta terminato l'ultimo grado, che altro possiamo fare?
 
Ci sono altre possibili soluzioni, altrettanto ardue:
- Un intervento "politico", a livello centrale, per risolvere la questione in radice... lo stiamo aspettando da tempo e non arriva ancora;
- il questore competente può concedere un permesso di soggiorno per motivi umanitari, per evitare che Mahamadou venga espulso e per dare tempo alla politica di risolvere la questione;
ecco alcuni motivi che riteniamo utili per decidere sulla concessione dell'umanitario:
1) scappano dalla guerra in Libia dove ora non possono tornare (pericolo noto e conclamato di ritorsioni verso gli "africani neri");
2) la situazione nel paese d'origine é tutt'altro che tranquilla; inoltre, senza poterci addentrare nel merito di una sentenza, spesso sussiste grave pericolo per il ritorno in patria: é anche il caso di Mahamadou...
2) dall'arrivo a Lampedusa (aprile - maggio 2011) tutti sono stati invitati/costretti, per scelta politica del Governo Italiano, a fare domanda di asilo, pur non avendone spesso i requisiti; é stata scelta una copertura giuridica a priori, senza un esame nel merito, per una situazione non prevista dal nostro ordinamento e in attesa di soluzione politica... che non si vede !
3) In questo anno molti hanno intrapreso percorsi di integrazione (scuola, relazioni col territorio, casa, lavoro). Mahamadou é uno di questi.
4) Alcuni, (tra cui Mahamadou) sta lavorando con borse-lavoro della Provincia: gli enti locali stanno spendendo molte risorse nei percorsi di sostegnoall'integrazione. A quale scopo? Il sistema con una mano li sostiene; con l'altra, se non prospetta soluzioni, rischia di affogarli.
5) Il costo sociale di un diniego é probabilmente superiore alla continuazione dell'accoglienza nel progetto ENA. Le alternative per i profughi senza una patria di rientro sono: dormitori, mense, centri diurni, accattonaggio, SFD, irregolarità, manovalanza a basso costo per la criminalità organizzata.
6) Relazioni positive con il territorio: datori di lavoro, comunità che li stanno accogliendo possono, potete (!) testimoniare (scrivici!!!) il livello di integrazione raggiunta. Chi sta ospitando Mahamadou con la borsa lavoro si é offerto di contribuire economicamente al pagamento dell'appello . chiaro il livello di riconoscimento sociale?
7) E il loro punto di vista? quali alternative si trovano davanti? Libia no, Mali no, Italia no.? Chiediamo loro di "sparire dalla storia" ?
 
Quello di Mamadou è il primo esito negativo, speriamo rimanga l'unico di quella che potrebbe diventare una lunga serie. In 25.000 aspettano una sentenza.
Cosa dobbiamo fare?
Ritorna alla mente Giorgio Gaber nel suo monologo: "che faccio, che faccio ?"

fonte:
Rete Lodigiana per l'Accoglienza
http://caritas.diocesi.lodi.it/SegnidiServizio/Progettiincorso/ReteLodigianaperlaccoglienza/tabid/3489/language/it-IT/Default.aspx

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