Martedì, 19 marzo 2024 - ore 04.06

A PROPOSITO DI GERUSALEMME CAPITALE di Agostino Spataro

La comunità internazionale ha respinto l’improvvida decisione del presidente USA, Donald Trump, di avallare la scelta adottata dai governanti israeliani, unilateralmente e in difformità delle deliberazioni dell’Onu, di proclamare Gerusalemme capitale dello stato d’Israele.

| Scritto da Redazione
A PROPOSITO DI GERUSALEMME CAPITALE di Agostino Spataro

A PROPOSITO DI GERUSALEMME CAPITALE di Agostino Spataro

La comunità internazionale ha respinto l’improvvida decisione del presidente USA, Donald Trump, di avallare la scelta adottata dai governanti israeliani, unilateralmente e in difformità delle deliberazioni dell’Onu, di proclamare Gerusalemme capitale dello stato d’Israele.

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Tale scelta viene giudicata preoccupante, inopportuna sul terreno politico e della sicurezza per le conseguenze gravissime che può determinare (che sta già determinando) fra i popoli palestinese e israeliano e gli altri della regione e, soprattutto, perché  lede lo spirito e la lettera delle diverse risoluzioni dell’ONU a riguardo, introducendo un ulteriore elemento di destabilizzazione nella martoriata regione mediorientale e mediterranea.

Bene, dunque, hanno fatto i governi europei e, fra questi anche il governo italiano e il Vaticano, a manifestare contrarietà verso tale decisione e a ribadire il rispetto per i diritti nazionali del popolo palestinese e quelli delle altre due religioni (cristiana e islamica) che considerano “luogo santo” la città di Gerusalemme.

I sottostanti materiali (estratti da una pubblicazione ufficiale delle Nazioni Unite) evidenziano, con estrema chiarezza, lo status di “corpo separato”, sotto regime internazionale speciale, della città che non può essere alterato da alcuna decisione unilaterale e al di fuori dell’ambito ONU.

Tale assunto è sempre in vigore non essendo stato mai revocato dalle Nazioni Unite.

Purtroppo, non è questa la prima volta che vengono aggirate, violate le risoluzioni in materia.

In primo luogo da Israele  che, paradossalmente- come si potrà rilevare dalla sottostante lista- può vantare un doppio primato: quello di essere il primo Stato al mondo creato dalle Nazioni Unite ed il primo nella graduatoria degli Stati che più disattendono le decisioni dell’ONU.

Come dire: il figlio che non rispetta le decisioni della madre (Onu) che lo ha generato!

Non è superfluo ricordare che l’Onu, nonostante l’indebolimento provocato dall’unilateralismo israeliano e statunitense, praticato da vari presidenti Usa (da Reagan in poi), resta l’unica fonte, universalmente riconosciuta, della legalità internazionale.

Qualsiasi governo è tenuto a osservare le sue decisioni e raccomandazioni.

Chi non le osserva si mette fuori della legalità internazionale.

A maggior ragione dovrebbe osservarle Israele, uno Stato che è figlio diretto di una decisione dell’Onu. Ma, così non è stato e non è. Soprattutto nella gestione dei suoi difficili rapporti con i popoli e gli Stati vicini (Palestinesi, Siria, Libano, Giordania).

Per chi desidera documentarsi sulle principali violazioni israeliane in materia può consultare la vasta documentazione prodotta dalle Nazioni Unite e da altri organismi internazionali.

Per agevolarne l’approccio, segnaliamo i passaggi più significativi di un documento elaborato e diffuso dall’Onu (“Le statut de Jérusalem”, New York, 1997) che ricostruisce (fino all’anno della pubblicazione) l’exursus storico e politico della questione di Gerusalemme.

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