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ADDIO DON VINCENZO Sergio Ravelli (Cremona)

E' venuto a mancare don Vincenzo Rini, se l'è portato via questo maledetto virus. Con don Vincenzo, prete e giornalista, già direttore dell'ormai defunto settimanale diocesano La Vita Cattolica, i radicali di Cremona hanno sempre tenuto aperto il dialogo, rispettoso e leale anche se da postazioni diverse.

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ADDIO DON VINCENZO Sergio Ravelli (Cremona)

ADDIO DON VINCENZO Sergio Ravelli (Cremona)

E' venuto a mancare don Vincenzo Rini, se l'è portato via questo maledetto virus. Con don Vincenzo, prete e giornalista, già direttore dell'ormai defunto settimanale diocesano La Vita Cattolica, i radicali di Cremona hanno sempre tenuto aperto il dialogo, rispettoso e leale anche se da postazioni diverse.

Lo voglio ricordare attraverso il racconto (tratto dal mio libro “Radicale ignoto”) di un evento accaduto in occasione della campagna elettorale del 2008.

“Il 18 marzo 2008 il candidato radicale Maurizio Turco e il giornalista cattolico Monsignor Vincenzo Rini si incontrano in modo riservato per chiarire serenamente i rapporti, dopo il pesante intervento di quest'ultimo in 'difesa della vita' e critico circa l'inclusione dei radicali nelle liste del Pd. Sono presenti anche Ermanno de Rosa e il sottoscritto.

Fra gli edifici del Centro culturale diocesano, il suo ufficio occupa la 'Casa della comunicazione'. E' il posto suo, ci sta a suo agio. Come fosse, per intenderci, che a via di Torre Argentina Pannella occupasse una 'Casa della profezia'. Turco e don Rini parlano della vicenda giornalistico-elettorale, convengono sull'opportunità di troncare sul nascere polemiche e pregiudizi così che sia sempre possibile un dialogo per discutere opinioni diverse espresse liberamente. Per spiegare meglio le proprie convinzioni in tema di religiosità e di anticlericalismo, Maurizio Turco fa dono al monsignore di due libri: 'Chiesa padrona. Strapotere, monopolio e ingerenza nel cattolicesimo italiano' del giornalista cattolico dell'Avvenire Roberto Beretta e 'L'anticlericalismo religioso dei radicali' di Angiolo Bandinelli. Don Rini accetta, con un sorriso sornione. E mentre cerca di dialogare, cioè di esporre la sua opinione abbandonando ogni pregiudizio, di uno pare non accorgersi: quello di dover sottostare al voto d'ubbidienza in modo da non poter affermare che l'opinione esposta sia la sua. Che cos'è l'ubbidienza se non un pregiudizio? Di più, è l'accettazione acritica di un giudizio espresso da altri.

Ermanno de Rosa, amico di don Vincenzo da lunga data, trova lo spunto per proporre al sacerdote un'ultima riflessione: “usare la legge per ottenere comportamenti conformi ad un'etica data per religiosa non solo non realizza condizioni di convivenza fra culture diverse presenti nella stessa società, ma non ha nemmeno valore morale secondo l'insegnamento evangelico”. Don Rini agita la mano verso l'amico, come fa un padre verso il figlio discolo.”Eh Ermanno, Ermanno...”. Ci sorride, ancora una volta, e ci saluta calorosamente. Un incontro pastorale lo attende in provincia.

All'uscita, una sorpresa attendeva Maurizio Turco: la presenza del fotografo e del cronista politico del quotidiano locale. Il giorno dopo, la notizia dell'incontro riservato fra il candidato radicale e il sacerdote campeggiava sulla stampa locale. Una grande foto e un titolo a tutta pagina: “Faccia a faccia Turco-don Rini. A sorpresa 25 minuti di colloquio tra i protagonisti della polemica del giorno”.

Per non essere da meno, nei giorni successivi, anche gli altri candidati Pd, Luciano Pizzetti e Antonello Soro, si recarono in visita da don Rini, presso la sede del giornale diocesano. Amen.”

Addio don Vincenzo.

Sergio Ravelli (Cremona)

 

Cremona, 14.3.2020

 

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