Lunedì, 20 gennaio 2025 - ore 16.56

AGRICULTURAL ENGINEERING, IN ARRIVO 5 NUOVI INGEGNERI NEL CAMPUS DI CREMONA DEL POLI

La sessione di Laurea Magistrale si terrà il 10 dicembre 2024

| Scritto da Redazione
AGRICULTURAL ENGINEERING, IN ARRIVO 5 NUOVI INGEGNERI NEL CAMPUS DI CREMONA DEL POLI AGRICULTURAL ENGINEERING, IN ARRIVO 5 NUOVI INGEGNERI NEL CAMPUS DI CREMONA DEL POLI

AGRICULTURAL ENGINEERING, IN ARRIVO 5 NUOVI INGEGNERI NEL CAMPUS DI CREMONA DEL POLITECNICO DI MILANO

La sessione di Laurea Magistrale si terrà il 10 dicembre 2024



Martedì 10 dicembre, alle ore 12.00, verranno proclamati 5 nuovi Ingegneri dell’Agricoltura.

La Commissione di laurea ascolterà e valuterà la presentazione dei loro elaborati, che saranno discussi a partire dalle ore 09.30.

Questi laureandi si aggiungeranno ai 10 che hanno conseguito il titolo nel 2024 per un totale di 15. Si tratta dei primissimi in Italia, che si distinguono per rappresentare una nuova figura professionale, che potrà sostenere l’esame di stato sia per l’albo dell’Ordine degli Ingegneri che per l’albo dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali.

L’ingegnere dell’Agricoltura è infatti in grado di gestire aspetti complessi della produzione agricola e agro-industriale e di coniu­gare l’innovazione tecnologica in ambito agrario e delle produzioni animali con l’incremento del livello di soste­nibilità e della sicurezza alimentare.

Grazie ad una formazione multidisciplinare, che risponde ad un crescente bisogno formativo da parte del mondo del lavoro, questi laureati hanno le competenze tanto ricercate dalle aziende del settore che non aspettano il giorno della laurea per offrire loro un posto di lavoro, ma li assumono ancora prima della chiusura del loro percorso universitario come è successo a Mattia. “Lavoro nel settore degli impianti fotovoltaici - ha spiegato- e durante il colloquio il mio percorso di Laurea Magistrale ha suscitato molto interesse, soprattutto per il contributo che avrei potuto portare nel campo dell’agrivoltaico. Si tratta di un settore promettente, di cui si parla spesso, ma che ancora oggi affronta sfide operative e un certo scetticismo.”.

Erogata nel contesto di eccellenza del Politecnico di Milano, che vanta prestigiose collaborazioni internazionali con altri istituti universitari, la Laurea Magistrale in Agricultural Engineering è stata attivata nell’anno accademico 2021/2022 come primo corso in Italia e rientra tra i pochi corsi al mondo del suo genere che si propone di formare ingegneri operanti nel settore agro-industriale, dotati di una visione sistemistica.

La peculiarità della figura formata è stata proprio una delle motivazioni che ha spinto Lorenzo a proseguire la sua formazione in questo ambito dopo una laurea triennale in Ingegneria Informatica conseguita qui a Cremona, “Il corso si propone di formare una figura professionale innovativa e ancora poco presente nel mercato del lavoro, ma con un grande potenziale. In secondo luogo, ritengo che il settore agricolo offra significative opportunità di crescita, specialmente alla luce delle recenti innovazioni tecnologiche.”.

La sostenibilità e la possibilità di contribuire a migliorare l’impatto delle nuove tecnologie sul settore agroindustriale hanno guidato la scelta di Pietro che ha raccontato “Le motivazioni per cui ho intrapreso il ciclo di studi in Agricultural Engineering sono molteplici, tra cui le mie origini: la realtà in cui sono nato e cresciuto è la Lomellina, una delle aree di produzione di riso più importanti d’Europa. Appena è nato il corso – era il primo anno che esisteva – mi sono iscritto senza esitare, in questo modo avrei contribuito a rendere più sostenibile (sia economicamente sia a livello ambientale e sociale) la produzione agricola del Paese. Un’altra motivazione sono i cambiamenti climatici: l’agricoltura è uno dei settori chiave (insieme a quello energetico) in cui bisogna investire se vogliamo diventare un’Italia o un’Europa a impatto zero.”.

Eterogenee sono le provenienze di questi primi Ingegneri dell’Agricoltura che potranno così mettere a disposizione del territorio, non solo italiano, le competenze acquisite durante il percorso di studi.

In questa sessione, infatti, per la prima volta si laureerà anche uno studente tedesco.

 I 4 laureandi italiani invece arrivano delle Province di Pavia, Piacenza, Bergamo, Brescia, che si aggiungono a quelle delle sessioni precedenti di Milano, Grosseto, Mantova e Verona.

Decisamente apprezzata e sfruttata da parte dei laureandi è stata la possibilità di andare all’estero per programmi di scambio o per lavorare sulla propria tesi: due di loro, Lorenzo e Mattia, hanno potuto fare un’esperienza di studio ad Almeria, in Spagna, sperimentando un sistema universitario che privilegia  l’applicazione concreta di ciò che si impara durante le lezioni teoriche; Pietro ha svolto un tirocinio presso Algen, Algal Technology Centre, in Slovenia, mentre Rita ha partecipato al programma Erasmus per tesi presso l’università di Wageningen, in Olanda. Proprio lei ha dichiarato “L’università di Wageningen è nel ranking mondiale la prima università di Agricultural Sciences e poterla frequentare per sei mesi è stata per me un’opportunità di grande crescita. Il mio progetto di tesi è stato svolto nell’ambito di un progetto europeo, MINAGRIS, che si occupa dello studio di micro- e nano-plastiche nei suoli agricoli. In particolare la mia tesi si è focalizzata sulla presenza di microplastiche in suolo soggetti all’erosione del vento.”.

In merito alle strategie utilizzate dai laureandi per preparare e superare brillantemente gli esamiMattia ha condiviso il suo metodo: “un mix di organizzazione, costanza e curiosità. Pianifico lo studio con anticipo, approfondisco gli argomenti per comprenderli davvero e li collego a casi pratici, evitando di limitarmi alla semplice memorizzazione”, mentre Lorenzo ha sempre adottato un approccio misto: “dopo una fase di studio individuale, mi confrontavo con i miei compagni di corso, lavorando insieme su esercizi o temi d'esame degli anni precedenti. Secondo me, la vera efficacia del lavoro di gruppo emerge soprattutto quando si deve realizzare un progetto.”.

Il lavoro di gruppo svolto per un progetto richiesto da un’azienda in accordo con i docenti è stato proprio uno dei momenti più significativi che ricorda Mattia, così come i legami creati e le amicizie nate durante questi anni di studio e che durano nel tempo.

Rita descrive così il suo percorso formativo “Gli aggettivi che sceglierei sono sfidante perché è un percorso nel quale ognuno, a prescindere dal proprio background, può mettersi in gioco nello studiare discipline nuove rispetto alla propria formazione di primo livello.  Pionieristico perché è stata la prima laurea magistrale in ingegneria agraria in Italia, un ramo destinato a crescere ma al momento ancora troppo poco considerato. Eterogeneo perché nei due anni si affrontano svariate materie che spaziano dall’analisi dei dati, all’anatomia animale fino alla gestione degli scarti delle coltivazioni, con l’obiettivo di formare professionisti con una visione completa del settore.

Pietro consiglierebbe Agricultural Engineering “perché mi ha fornito competenze tecniche e spirito critico per capire quali sono, valutando caso per caso, le migliori tecnologie da utilizzare. Inoltre, credo che l’ingegnere agrario sia una figura che può favorire il dialogo tra due mondi che potrebbero sembrare diametralmente opposti, ma che non lo sono: l’agricoltura e l’ingegneria.”.

Chi fosse interessato a questa Laurea Magistrale potrà chiedere l’ammissione per il secondo semestre dell’anno accademico 2024/2025 dal 7 gennaio al 15 febbraio 2025 e avrà la possibilità di partecipare al bando di concorso per l’assegnazione di una borsa di studio da €2.000aperto dal 3 febbraio al 15 marzo 2025.

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 Sessione di laurea in Agricultural Engineering: 5 laureandi, inizio discussioni ore 9:30; proclamazione ore 12:00;

Segue l’elenco dei laureandi, che hanno dato il consenso all’invio, con il titolo della tesi e l’abstract:

 

  1. CLAPIS PIETRO

Titolo tesi: Development of a mathematical model for process design and operation of Spirulina cultivation in raceway ponds under greenhouses

Abstract

Questo studio si concentra sulla calibrazione e sulla validazione di un modello termico e biologico per simulare la coltivazione di microalghe (Spirulina) in vasche a corsia sotto un sistema di serra a doppia copertura, utilizzando dati raccolti in un sito industriale situato in Slovenia e analizzati con il software MATLAB. L'obiettivo era quello di affinare le previsioni di temperatura e produttività della biomassa, in modo che il modello calibrato potesse essere utilizzato per ottimizzare le condizioni di crescita delle microalghe e analizzare il rapporto costi-benefici della correzione della temperatura. Poiché il modello biologico per la crescita delle alghe è già utilizzato, questa ricerca si è concentrata sull'analisi di sensibilità e sulla calibrazione del modello termico, con l'obiettivo di affidarsi esclusivamente a modelli fisici ed evitare relazioni empiriche. I dati sono stati raccolti con le finestre chiuse e senza apporto di calore dall'esterno. Queste condizioni di raccolta dei dati non hanno consentito una raccolta continua perché le condizioni di raccolta non erano in linea con le condizioni operative dell'impianto. La scarsa disponibilità di dati ha influito sull'accuratezza della calibrazione del modello termico. L'analisi di sensibilità ha identificato il tasso di infiltrazione dell'aria come il parametro più influente sulla temperatura del serbatoio. Il modello termico non ha previsto i risultati attesi, con errori di previsione non trascurabili. Tuttavia, il modello termico calibrato combinato con il modello biologico preesistente ha mostrato risultati comparabili, a causa della parziale perdita di informazioni all'interno del modello biologico stesso. La produttività della vasca è stata stimata a 2.55 gSS m-2 d-1, con un errore di modellizzazione del 5.94%. Un possibile miglioramento del modello dovrebbe includere la possibilità di aprire e chiudere le finestre laterali della serra. Ciò consentirebbe di raccogliere un maggior numero di dati e di calibrare il modello sia nei giorni estivi che in quelli invernali. Altri risultati rilevanti relativi alle strategie di gestione delle piante sono: le vasche operano a una concentrazione di biomassa troppo bassa, producendo meno spirulina rispetto al valore stimato dal modello, lavorando quindi a una produttività complessiva non ottimale. In questa tesi si sostiene che un aumento di tre volte della concentrazione di biomassa algale prima e dopo il raccolto potrebbe aumentare la produttività complessiva fino a +140%. Questo dovrebbe essere fatto con una sufficiente miscelazione all'interno della vasca, in modo che la radiazione possa raggiungere uniformemente ogni cellula di Spirulina per evitare che la radiazione solare diventi insufficiente per la crescita. Nonostante il margine di miglioramento nella capacità di previsione del modello termico, un modello matematico della produttività della biomassa è di importanza strategica in tutti i campi correlati alla produzione di alghe e al trattamento delle acque reflue, pertanto sono necessarie ulteriori ricerche per una previsione più precisa.



  1. FINOTTI LORENZO

Titolo tesi: Circular Economy in the Italian farms: Surplus Food and Food Waste valorisation practices

Abstract

Le eccedenze e gli sprechi alimentari, insieme agli altri scarti alimentari edibili, rappresentano minacce significative alla sostenibilità delle filiere agroalimentari. Inoltre, quasi metà delle eccedenze e degli sprechi alimentari generati a livello globale lungo l’intero sistema agroalimentare si verifica nella fase agricola. L’obiettivo di questa tesi è analizzare le pratiche di valorizzazione sostenibile delle eccedenze e degli sprechi alimentari generati nelle aziende agricole e identificare i fattori che ne influenzano l’adozione. È stato adottato un approccio qualitativo di casi di studio multipli basato su interviste semi-strutturate, coinvolgendo otto aziende agricole italiane di diverse dimensioni e collocate in varie aree geografiche. La prima parte dello studio si concentra sulle pratiche di economia circolare per la valorizzazione delle eccedenze e degli sprechi alimentari adottate nella fase agricola. La codifica abduttiva delle interviste ha fornito approfondimenti specifici sull’adozione di tali pratiche nel contesto agricolo italiano. È stata fornita una categorizzazione sistematica delle pratiche circolari osservate in base alle priorità della gerarchia degli sprechi alimentari. La seconda parte di questa ricerca è volta all’identificazione dei fattori incentivanti e delle barriere all’adozione di tali pratiche circolari. A partire da una revisione della letteratura frammentaria in questo campo e dalle osservazioni empiriche, è stato sviluppato un quadro di riferimento su tali fattori.  Le dimensioni aggregate di questo quadro sono: economica, ambientale, istituzionale, socio-culturale, tecnologica e operativa. L’ultima parte della tesi esplora l'influenza di fattori aggiuntivi sull’adozione delle pratiche circolari, nello specifico la dimensione aziendale e la diversificazione di prodotto o di mercato. L’importanza di questi elementi è collegata all’influenza sulla scelta delle pratiche circolari appartenenti a diversi livelli della gerarchia degli sprechi alimentari per quanto riguarda la dimensione aziendale, così come sui possibili meccanismi di sinergia resi possibili dalla diversificazione.  Questo rappresenta un contributo potenziale alla limitata letteratura esistente. La ricerca affronta un’area di cruciale importanza nel dibattito sull’economia circolare e la sostenibilità alimentare, offrendo linee guida rilevanti per la valorizzazione delle eccedenze e degli sprechi alimentari nella fase agricola. I risultati forniscono indicazioni chiave per supportare gli imprenditori agricoli nel processo decisionale riguardo alle pratiche circolari da adottare, a seconda del tipo di scarto da gestire.

 

  1. GAMBIRASIO RITA

Titolo tesi: Impact of microplastics on threshold friction velocity in agricultural fields

Abstract

La diffusione di microplastiche nell’ambiente rappresenta una fonte di preoccupazione rilevante a livello globale. In questa tesi, svolta presso l’università di Wageningen, è stato investigato il ruolo dell’erosione del vento nella propagazione delle microplastiche. È stato condotto un esperimento di laboratorio utilizzando diverse concentrazioni di microplastiche (0, 0.01, 0.05, 0.1, 0.5, 1 e 1.5% w:w) combinate con un campione di terreno prelevato dal sito di studio. Sono stati esplorati i comportamenti di due tipi di microplastiche: polietilene a bassa densità (LDPE) e un tipo di plastica biodegradabile a base di amido. Per condurre l’esperimento è stato utilizzato un dispositivo chiamato Portable In-Situ Wind ERosion Lab (PI-SWERL), un dispositivo compatto utilizzato negli studi sull’erosione eolica, che genera un flusso d’aria sopra la superficie del suolo causando il distacco delle particelle di terreno, è stato impiegato per valutare la velocità di attrito di soglia (TFV) ed è stato collegato a un’aspirapolvere per campionare le particelle erose. Le microplastiche sono state estratte utilizzando una tecnica di estrazione che prevede la filtrazione e la digestione con H2O2. La velocità di taglio critica è diminuita con l’aggiunta di microplastiche LDPE, mentre i risultati non hanno mostrato lo stesso andamento con le microplastiche a base di amido. Il rapporto di arricchimento (ER) è variato tra 1.67 e 16.30 per le microplastiche di LDPE e tra 1.61 e 36.16 per le microplastiche a base di amido. È stato condotto un esperimento sul campo per esaminare il comportamento di un suolo agricolo arricchito con microplastiche (0, 0.01 e 0.1% w:w). La velocità di taglio critica misurate nell’esperimento in campo è diminuita con l’aggiunta di microplastiche LDPE ed è aumentata per le microplastiche a base di amido. L’ER è variato da 2.51 a 22.10 per l’LDPE e da 1.13 a 17.50 per le microplastiche a base di amido. In conclusione, questa ricerca evidenzia il ruolo cruciale dei microplastici nell’alterare la velocità di attrito di soglia del suolo e dimostra la loro suscettibilità al trasporto eolico, in particolare dai campi agricoli. I risultati sottolineano la necessità di ulteriori studi, inclusa l’applicazione del PI-SWERL e un’esplorazione più approfondita della relazione tra erosione eolica e umidità del suolo.

 

  1. ROSANI MATTIA

Titolo tesi: Circular Economy in the Italian farms: Surplus Food and Food Waste valorisation practices

Abstract

Le eccedenze e gli sprechi alimentari, insieme agli altri scarti alimentari edibili, rappresentano minacce significative alla sostenibilità delle filiere agroalimentari. Inoltre, quasi metà delle eccedenze e degli sprechi alimentari generati a livello globale lungo l’intero sistema agroalimentare si verifica nella fase agricola. L’obiettivo di questa tesi è analizzare le pratiche di valorizzazione sostenibile delle eccedenze e degli sprechi alimentari generati nelle aziende agricole e identificare i fattori che ne influenzano l’adozione. È stato adottato un approccio qualitativo di casi di studio multipli basato su interviste semi-strutturate, coinvolgendo otto aziende agricole italiane di diverse dimensioni e collocate in varie aree geografiche. La prima parte dello studio si concentra sulle pratiche di economia circolare per la valorizzazione delle eccedenze e degli sprechi alimentari adottate nella fase agricola.  La codifica abduttiva delle interviste ha fornito approfondimenti specifici sull’adozione di tali pratiche nel contesto agricolo italiano. È stata fornita una categorizzazione sistematica delle pratiche circolari osservate in base alle priorità della gerarchia degli sprechi alimentari. La seconda parte di questa ricerca è volta all’identificazione dei fattori incentivanti e delle barriere all’adozione di tali pratiche circolari. A partire da una revisione della letteratura frammentaria in questo campo e dalle osservazioni empiriche, è stato sviluppato un quadro di riferimento su tali fattori. Le dimensioni aggregate di questo quadro sono: economica, ambientale, istituzionale, socio-culturale, tecnologica e operativa. L’ultima parte della tesi esplora l'influenza di fattori aggiuntivi sull’adozione delle pratiche circolari, nello specifico la dimensione aziendale e la diversificazione di prodotto o di mercato. L’importanza di questi elementi è collegata all’influenza sulla scelta delle pratiche circolari appartenenti a diversi livelli della gerarchia degli sprechi alimentari per quanto riguarda la dimensione aziendale, così come sui possibili meccanismi di sinergia resi possibili dalla diversificazione. Questo rappresenta un contributo potenziale alla limitata letteratura esistente. La ricerca affronta un’area di cruciale importanza nel dibattito sull’economia circolare e la sostenibilità alimentare, offrendo linee guida rilevanti per la valorizzazione delle eccedenze e degli sprechi alimentari nella fase agricola. I risultati forniscono indicazioni chiave per supportare gli imprenditori agricoli nel processo decisionale riguardo alle pratiche circolari da adottare, a seconda del tipo di scarto da gestire.

 

 

 

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