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Al Cine Chaplin il film “E fu sera e fu mattina”

Assolutamente da vedere, "E fu sera e fu mattina". Un film indipendente, genuino, poetico e metafisico; un piccolo capolavoro tutto italiano che sta contagiando le sale del Paese come un virus: il virus buono di un nuovo modo di fare cultura e cinema. Una produzione "dal basso", che sta scrivendo una pagina nuova e che sta ridefinendo il rapporto tra attori e spettatori. Correte a vederlo e passate parola.

| Scritto da Redazione
Al Cine Chaplin il film “E fu sera e fu mattina”


Cine Chaplin Cremona, 7-8-9-10 Aprile 2014 ore 21:00.

C'era parte del cast e della troupe, ieri sere, al Cine Chaplin, insieme all'esordiente attrice cremonese Sara Francesca Spelta, per presentare un piccolo gioiello del nostro cinema indipendente: "E fu sera e fu mattina", realizzato con il piccolo budget di 70 mila euro in 10 settimane di riprese.

Il film, dell'altrettanto esordiente regista Emanuele Caruso, è un capolavoro di tenacia e di voglia di farcela: 5 attori, 74 ruoli minori, 48 location di ripresa e 500 comparse per le scene girate in piazza e nel suggestivo paese, che nella realtà si chiama La Morra, nelle Langhe, a pochi chilometri da Bra.

Un bellissimo film realizzato con pochissimi soldi, che la produzione (curata dall’associazione culturale Obiettivo Cinema) ha indicato come ben inferiori agli 1,4 milioni di euro circa, che un film di questo genere generalmente arriva a costare. Oltre che dello sforzo della troupe e degli attori, quest'opera è il frutto dei fondi raccolti attraverso "crowdfunding" e "crowd equity", modelli nuovi per il nostro Paese, che hanno visto il pubblico acquistare in fase di preproduzione quote da 50 euro, corrispondenti ad una percentuale sugli incassi.

Anche la distribuzione è una grande novità per l'Italia, con lo staff che a turno accompagna il film nelle sale, presentando l'opera e il suo modello e puntando sul passaparola come unica leva di marketing, low budget come tutto il resto.

IL FILM: Nel piccolo paese di Avila, nelle Langhe, popolato da poco più di 2.000 persone, durante la festa di Sant'Eurosia arriva dalla televisione del bar la notizia dell'imminente fine del mondo, ed è l'unica eccezione ad una quotidianità antica, sempre uguale a se stessa, giorno dopo giorno.

Ma anche in un luogo come questo, in cui il tempo sembra essersi fermato, la fine dei tempi è un evento troppo grande per non scuotere anche le più pigre tra le coscienze, le più immobili e imbalsamate. Perché l'uomo proprio non ci riesce a concepire la fine di tutto, così come non sa accettare la morte come esperienza individuale, per naturale ed ineludibile che sia.

Meno di cinquanta giorni alla fine, hanno detto in TV e ciascuno reagisce a modo suo, rimanendo prigioniero della propria quotidianità o cercando di sistemare qualcosa di irrisolto, anche se tutto deve finire. Perché anche di fronte alla morte, l'uomo ha bisogno di "sistemare le cose", di non lasciare partite aperte, di risolvere se stesso in termini spirituali e materiali.

È un film poetico, "E fu sera e fu mattina", un lento susseguirsi di piccoli lampi nella luce tiepida e dorata che dipinge i panorami delle Langhe, come su una tela. Nessun attore di grido, nessuna star e nessun palcoscenico, perché questo film entra nelle case della gente vera, nei vicoli di un piccolo paese che potrebbe essere ovunque e in nessun luogo.

Un microcosmo di gente comune, con tanti difetti e imperfezioni, ma con un patrimonio di umanità che le grandi città hanno ormai perso da decenni e che non recupereranno più. Neppure di fronte alla prospettiva della fine del mondo.

Ecco perché un evento di questo genere può essere rappresentato solamente nella dimensione del paese, di cui questo film riesce a dipingere ciascuna sfumatura e ciascuna anima.

E coglierne appieno il senso più profondo, che sta nella ricerca, nel desiderio, nella tensione al superamento dei propri limiti e dei propri errori. Nell'accettarsi e nel perdonarsi, che solo dopo la fine potrà esserci un Dio che lo farà al posto nostro, ma nel frattempo tocca a noi e a chi ci accompagna nel viaggio della vita.

L'uomo è desiderio, prima ancora che carne, ossa e anima. Un desiderio che non vuole e che non può spegnersi, un'ambizione che lo tiene in vita ancor più che l'acqua e il cibo di ogni giorno. Un desiderio che non deve spegnersi, nemmeno di fronte alla fine di tutto, che è comunque fine di ciascuno, prima che del mondo intero.

“E fu sera e fu mattina” è una frase scritta nel primo libro della Bibbia: la Genesi. Si sente questo respiro religioso e metafisico, nel film. Si sente il senso di una ricerca che entra nell'anima della gente e la esplora, così come esplora il territorio e la storia che da esso trasuda. 

Si tratta assolutamente di un film da vedere, questo. Per come è stato realizzato, per come è stato pensato e fotografato, per come è stato recitato. Per la novità che rappresenta, finanziato attraverso il crowdfunding e la partecipazione dello staff e degli attori, tutti esordienti. Per riscoprire il piccolo e l'immenso che convivolo in ciascuno di noi, impotenti di fronte all'infinito ma da esso permeati, pur nella nostra finitezza, pur nelle nostre miserie quotidiane.

SITO INTERNET: www.efuseraefumattina.it



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