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ANNA POLITKOVSKAYA: NON DIMENICHIAMO LA GIORNALISTA ESEMPIO DI CORAGGIO

| Scritto da Redazione
ANNA POLITKOVSKAYA: NON DIMENICHIAMO LA GIORNALISTA ESEMPIO DI CORAGGIO

Al sesto anniversario dell'assassinio della coraggiosa giornalista russa ancora nessun progresso sul mandante dell'omicidio. Il legame tra l'uccisione della reporter della Novaya Gazeta e la politica energetica della Russia di Putin

Morire assassinati per raccontare la verità in maniera assidua e documentata, mossi da una passione per l'informazione e da un amore sconfinato per il giornalismo indipendente e intellettualmente onesto. Era il 7 Ottobre del 2006 quando a Mosca, non lontano dalla stazione Belorusskaya, la giornalista russa Anna Politkovskaya è stata uccisa a colpi di revolverate.

La reporter russa della Novaya Gazeta - uno dei pochi giornali critici con il Presidente, Vladimir Putin, e con il sistema di potere insediatosi nel Cremlino - era nota ed apprezzata per avere documentato le violenze perpetrate dall'esercito della Federazione Russa in Cecenia e nel Caucaso Settentrionale.

Anna Politkovskaya si è recata spesso in loco, ha seguito ogni seduta dei processi aperti da una magistratura russa che si è dimostrata poco indipendente, ed ha dimostrato come la forza della parola libera spesso valga più di un'assalto armato.

Anna Politkovskaya ha pagato la sua volontà di sondare e raccontare il vero con la vita, dopo essere stata minacciata a più riprese, e persino avvelenata.

Sul suo omicidio, avvenuto il medesimo giorno del compleanno di Putin - sospettato di essere il mandante - ancora non è stata fatta chiarezza. Sono stati individuati gli esecutori, ma resta da chiarire chi ha ordito l'assassinio della giornalista della Novaya Gazeta.

Quanto accaduto ad Anna Politkovskaya impone un'opportuna riflessione: poco infatti sembra essere cambiato dall'assassinio della coraggiosa giornalista, in Russia come in altre parti del pianeta.

A Mosca, altri operatori della carta stampata critici con il Cremlino sono stati assassinati, come Anastasia Baburova, Natalia Estemirova e Stanislav Markelov.

La repressione dei giornalisti va di pari passo con la censura degli organi di informazione non-allineati con il Cremlino e, sul piano politico, di una repressione diffusa del dissenso, che provoca ad ogni manifestazione delle opposizioni decine di arresti e cariche delle forze di polizia.

Casi di repressione della Libertà di Stampa si verificano anche in altre parti del Mondo non-libero, dove i parametri occidentali di rispetto dell'informazione corretta ed indipendente sono ritenuti pericolosi virus di un sistema euro-atlantico da combattere e reprimere, senza se e senza ma.

Basti pensare all'Ucraina, dove dopo la sconfitta degli arancioni l'involuzione democratica del Presidente, Viktor Yanukovych, ha portato Kyiv a diventare una semi-dittatura, dove i politici del dissenso - come Yulia Tymoshenko e Yuri Lutsenko - sono arrestati, e i media critici nei confronti dell'Amministrazione Presidenziale - come TVi - sono oscurati.

Si potrebbe parlare anche di quanto avviene in altre parti del Mondo, ma il caso della Russia è quello che più ci interessa in quanto Occidentali ed Europei.

Non deve essere infatti la quasi totale dipendenza energetica dal gas di Mosca a costringere l'Europa a tacere in merito al rispetto della Libertà di Stampa e di espressione nella Federazione Russa, come, purtroppo, spesso accade.

Le Diplomazie dei Paesi dell'Europa Occidentale - Germania e Francia - sono troppo attente a non irritare il Cremlino per non mandare a monte la stipula di accordi energetici di cui la stessa Russia si avvale per mantenere la sua egemonia politica nel Vecchio Continente.

Oltre a non sollevare la questione dei diritti umani e della libertà di stampa con Mosca, Berlino e Parigi cercano in ogni modo di impossibilitare la realizzazione della politica energetica comune europea.

Per diminuire il peso della Russia nel settore energetico dell'UE, la Commissione Europea ha varato un progetto per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas tramite lo sfruttamento diretto dei giacimenti di Azerbaijan e Turkmenistan, e l'adozione di un alto numero di rigassificatori per importare oro blu liquefatto da Stati Uniti, Qatar e Norvegia.

Inoltre, Bruxelles ha aperto un'inchiesta ufficiale per condotta anti-concorrenziale nei mercati dei Paesi dell'Europa Centrale nei confronti del monopolista russo, Gazprom.

Posseduto per metà dal Cremlino, Gazprom ha concesso sconti ai soli Paesi dell'Europa Occidentale "fedeli a Mosca" e, sempre con il sostegno di Germania e Francia, ha programmato la costruzione di un gasdotto sottomarino, il Southstream: concepito per impossibilitare lo sfruttamento diretto da parte di Bruxelles dei giacimenti azeri e turkmeni, e bypassare quei Paesi dell'UE politicamente osteggiati da Mosca, come Polonia e Romania.

Non tacere sul gas, non dimenticare Anna Politkovskaya

L'excursus sula situazione energetica è dunque strettamente legato con la vicenda di Anna Politkovskaya e, più in generale, con il rispetto della libertà di stampa.

Ricordare la coraggiosa giornalista significa non solo mantenere vivo il ricordo di una personalità esemplare, ma anche rendersi conto di come il gas sia utilizzato dalla Russia per scopi politici, sopratutto nei confronti di un'Europa che Mosca ha tutto l'interesse a mantenere debole e divisa.

Se, come progettato dalla Commissione Europea, nel Vecchio Continente sarà creato un mercato unico del gas con forniture diversificate - che non esclude l'oro blu della Russia, ma attinge da più fonti di approvvigionamento - l'UE, e i singoli Paesi che oggi pongono gli affari con Mosca su un piano privilegiato rispetto a quello dei diritti civili e dell'interesse generale dell'Europa, si sentiranno meno succubi di un regime autoritario.

Forse, anche i Governi degli Stati dell'Unione Europea avranno il coraggio di nominare piazze, vie ed edifici alla Politkovskaya, come già fatto dal Parlamento Europeo e, in Italia, da alcune Amministrazioni Locali come quelle di Milano, Brescia, Genova e Ferrara.

Per chi invece si occupa di informazione, è bene arrestare per un giorno la routine della continua informazione per dedicare il sesto anniversario dall'assassinio di Anna Politkovskaya al ricordo di questa Donna dallo straordinario coraggio: per non dimenticare chi ancor oggi soffre la mancanza di libera espressione sotto regimi "gasati".

Matteo Cazzulani

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