Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 12.31

Anpi Nazionale SUL CENTENARIO DEL MILITE IGNOTO

Il centenario è l'occasione per una consapevole conoscenza delle immani sofferenze causate dalla "inutile strage"

| Scritto da Redazione
Anpi Nazionale SUL CENTENARIO DEL MILITE IGNOTO

Anpi Nazionale SUL CENTENARIO DEL MILITE IGNOTO

 In occasione dell'importantissimo centenario del Milite Ignoto segnaliamo con preoccupazione diversi tentativi di strumentalizzazione che si accompagnano ad una ventata di nazionalismo che richiama tempi oscuri della storia del Paese.

 Il Milite ignoto, accanto al valore dei nostri soldati nel primo conflitto mondiale, quasi tutti operai e contadini, rappresenta la pietà ed il dolore per i Caduti e la condanna inequivocabile della guerra, costituzionalmente sancita all'art. 11.

 Il centenario è l'occasione per una consapevole conoscenza delle immani sofferenze causate dalla "inutile strage" che causò nel solo nostro Paese centinaia di migliaia di militari morti, mille dei quali ingiustamente fucilati, di cui 300 con la pratica criminale della decimazione; per questo non può essere trasformato in una celebrazione di stampo nazionalista o irredentista.

  La difesa dei confini della Patria non si può mescolare con la retorica aggressiva e bellicista. Viceversa assistiamo a spettacoli equivoci ed incongrui, come ad Aquileia, dove sono stati portati nella basilica i labari neri degli Arditi con tanto di teschio ed è stata innalzata la bandiera sabauda sull'altare principale, per non parlare del grottesco uso del logo “Milite Ignoto” per una serata promozionale dei vini friulani.

 Sono fuori luogo sfilate di bandiere, labari e gagliardetti inneggianti all'eroismo e alla guerra, e iniziative impostate sull'“eroismo del sacrificio” e sul panegirico della subordinazione acritica, mentre la complessa drammaticità della prima guerra mondiale viene ancora oscurata da una narrazione astorica, priva di qualsiasi riferimento critico, in una sorta di memorialismo sovranista.

 Fu grazie ai nostri soldati che caddero, per tanta parte operai e contadini, che si conseguì la vittoria militare pagata a carissimo prezzo, e la loro memoria sia monito perché mai più si ritorni agli orrori della guerra.

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