Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 16.34

Antoniazzi.E la parola "prescrizione"

| Scritto da Redazione
Antoniazzi.E la parola

Egregio direttore,
una parola sta imperversando sulle cronache politiche nazionali. E la parola "prescrizione".
Qualcuno polemizzando ricorda che la prescrizione non deve essere confusa con la condanna. Ed é vero. Così come è altrettanto vero che non va confusa con l'assoluzione. La prescrizione, quando scatta, dice praticamente che é passato troppo tempop dal reato per il quale quel cittadino veniva processato. E che allo Stato non interessa più processarlo. Dunque un cittadino "prescritto" non potrà essere visto come "condannato" né potrà vantarsi di essere stato assolto.
A questo proposito vale la pena ricordare una verità che nessuno mai evidenzia a sufficienza: il diritto alla prescrizione è un diritto "rinunciabile".
Se un cittadino impegnato in un processo si ritiene assolutamente innocente del reato contestato, al fine di evitare che rimangano dubbi sulla sua colpevolezza può tranquillamente rinunciare alla prescrizione e pretendere di essere giudicato, forte della sua certezza di meritare l'assoluzione.
Se questo diritto vale per un cittadino qualsiasi, dovrebbe ancor più essere invocato dal cittadino Berlusconi, sia per la rilevatissima responsabilità politica ed istituzionale che ricopre (e che dovrebbe essere svolta da persone esenti da qualsiasi macchia), sia per i reati per i quali è processato, alcuni sinceramente infamanti.
Mi domando perché, invece, Berlusconi ed i suoi avvocati sembrano fare di tutto e di più per far scattare la "prescizione" per molti dei processi ai quali è sottoposto.

Dario Antoniazzi

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