Lunedì, 06 maggio 2024 - ore 08.40

ARCI CREMONA IL 25 APRILE PER NOI

25 aprile: non una celebrazione, ma un impegno per la democrazia e la pace

| Scritto da Redazione
ARCI CREMONA IL 25 APRILE PER NOI

ARCI CREMONA IL 25 APRILE PER NOI

25 aprile: non una celebrazione, ma un impegno per la democrazia e la pace

Il 25 aprile per noi è innanzitutto una festa. La festa della Liberazione del Paese dal nazifascismo. La festa che richiama la festa e le feste che nell’aprile del 1945 hanno riempito le città italiane di persone felici per la fine della guerra e per la fine del regime fascista. Migliaia di cittadine e cittadini, allora, riempirono le strade e le piazze del Paese per festeggiare insieme ai Partigiani e alle Partigiane che scendevano dalle montagne. Allora il popolo italiano uscì dalla guerra con la voglia di lasciarsi alle spalle gli orrori visti e vissuti. Ovunque fiorirono balere e feste popolari, per riconquistare gli spazi devastati dalla guerra, per riconoscersi e per dirsi: siamo qua, siamo vivi! Balliamo per ricostruire insieme un Paese più giusto e più libero per noi e per i nostri figli.

Il 25 aprile per noi è l’occasione per ricordare in quanti Paesi un “25 aprile” non sia mai arrivato. La Resistenza ha combattuto il nazifascismo per liberare L’Italia e costruire un Paese più giusto e avanzato che proprio con la Costituzione, nata da tutte le forze che contribuirono alla Resistenza, ha posto le basi di questa Repubblica fondata sul lavoro. È nella Costituzione che troviamo valori e principi che ci impegnano a non girarci dall’altra parte ogni volta che questi diritti vengono violati: in Italia come in qualunque altra parte del mondo. Primo tra tutti il ripudio della guerra come mezzo per risolvere le controversie internazionali, sancito dall’art. 11 della Costituzione Italiana. La forza della nostra Carta Costituzionale ne ha fatto modello per tanti Paesi nel mondo, ispirando la stesura della Dichiarazione Internazionale dei Diritti Umani. In nome del 25 aprile noi oggi siamo dalla parte dei diritti e contro ogni disuguaglianza, contro tutte le guerre che già si combattono e quelle che si stanno preparando. Oggi siamo alla festa della Liberazione per costruire la pace, per chiedere l’immediato silenzio delle armi in Europa, per costringere Russia e Ucraina a un tavolo di trattativa. Per chiedere la fine immediata del massacro di Gaza da parte del governo israeliano e il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas. Per chiedere pace, libertà e dignità per il popolo palestinese. Per denunciare gli attacchi alle comunità curde in Turchia e in Siria. Per accendere un faro su tutte le guerre dimenticate dai media che mietono migliaia di vittime civili e impoveriscono intere comunità e le generazioni future.

Il 25 aprile per noi non è una celebrazione, non è un rito. Il 25 aprile per noi è un impegno, un dovere civico per affermare che la democrazia, i diritti e la pace sono conquiste da difendere ogni giorno. Per noi il 25 aprile è un giorno di lotta per la liberazione dalla violenza incarnata, allora, dal fascismo, con l’arroganza delle leggi razziali e con il disprezzo per la democrazia e la solidarietà sociale; oggi, da chi riconosce e rivendica con orgoglio le sue radici nel ventennio fascista e nelle sue nostalgie militariste. Una destra estrema che vuole riscrivere la Storia e stravolgere la Costituzione, perché è proprio la Costituzione italiana nata dalla Resistenza a rappresentare la radice antifascista più profonda del nostro Paese. La minaccia non riguarda solo l’Italia: in tutti i Paesi dell’Unione Europea gruppi e partiti di estrema destra, spesso dichiaratamente neofascisti e neonazisti, stanno attaccando diritti di libertà e uguaglianza e, facendo leva sulle paure, minano profondamente la convivenza civile e pacifica delle comunità. Il governo Meloni, con politiche aggressive ed escludenti, non si discosta da questi. Da cittadini democratici li possiamo fermare adesso, con il nostro impegno quotidiano di partecipazione e di presidio della democrazia, ma anche con il voto alle prossime elezioni europee: senza partecipazione, la libertà rischia di diventare solo una parola vuota.

 «Nell’articolo 1 della Costituzione si dice: “la sovranità appartiene al popolo”, ed è questa la cosa più importante che noi dobbiamo difendere. La sovranità è nelle mani nostre, nelle mani del popolo e paritariamente in quelle di ogni cittadino; con questo la Repubblica ci ha fatto diventare cittadini e non sudditi. Il più grande monumento, il maggiore, il più straordinario che si è costruito in Italia, alla libertà, alla giustizia, alla Resistenza, all’antifascismo, al pacifismo è la nostra Costituzione». (Teresa Mattei)

 «La Resistenza non fu un fenomeno militare, come erroneamente si crede. Fu un movimento politico, democratico e civile straordinario. Una presa di coscienza politica che riguardò anche le donne». (Lidia Menapace)

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