“L’obbligo di indicare in etichetta, dal primo gennaio 2022, la provenienza dell’ingrediente principale, dal riso al latte, dalla passata di pomoâÂÂdoro ai formaggi, dai salumi fino alla pasta è un passo importante per il settore agricolo e per i consumatori – sottolinea il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio -. Grazie a questi provvedimenti non si potranno più spacciare come Made in Italy prodotti e ingredienti di bassa qualità provenienti dall’estero che non rispettano i rigidi paramenti di qualità dei prodotti nazionali”.
La firma dei decreti garantisce trasparenza sulla reale origine su prodotti base della dieta degli italiani che rappresentano circa ¾ della spesa; purtroppo però resta ancora anonima l’origine dei legumi in scatola, della frutta nella marmellata o nei succhi, del grano impiegato nel pane, biscotti o grissini senza dimenticare la carne o il pesce venduti nei ristoranti.
Questi provvedimenti oltre a consentire di tutelare maggiormente le aziende agricole rispondono anche alle richieste di quell’80% di italiani che, secondo il rapporto Coldiretti/Censis, verifica gli ingredienti di cui si compongono gli alimenti da acquistare, scorrendone quella sorta di carta d’identità istantanea che è l’etichetta.
“E’ positivo il fatto che i consumatori siano sempre più attenti a ciò che portano in tavola – afferma Brivio –, perché l’alimentazione è uno dei motori del benessere e della salute. In un momento difficile per l’economia come quello che stiamo vivendo abbiamo ora la possibilità di valorizzare ulteriormente i nostri prodotti, portando sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità grazie all’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti”.
L’etichettatura di origine obbligatoria dei cibi è una battaglia storica della Coldiretti ed è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2002 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia.