Il provvedimento del governo deve essere valutato in modo organico e pertanto è da giudicare positivamente, non credo sia un caso il fatto che si trova fortemente in sintonia con l’impostazione del PD e delle diverse proposte che ha messo in campo.
Penso all’esigenza di generare una “buona flessibilità” mettendo freno agli abusi, o alla volontà di contrastare un uso distorto dei contratti a termine rendendoli più costosi, penso infine anche all’attenzione sull’apprendistato.
Anche la parte sugli ammortizzatori sociali semplifica il sistema estendendone la copertura, eliminando l’abuso della cassa integrazione guadagni, tuttavia permane ancora una parzialità delle tutele.
Sull’articolo 18 è necessario evitare che diventi oggetto di scontro strumentale, in questa fase sarà importante il ruolo del Parlamento e dei gruppi parlamentari che si giocano fino in fondo la responsabilità di affrontare il tema senza condizionamenti tattici o ideologici.
Dobbiamo infatti essere consapevoli che nei paesi in cui la normativa sui licenziamenti appare rigida vi sono senza dubbio più difficoltà ad entrare nel marcato del lavoro e quindi c’è più disoccupazione giovanile e più disoccupazione femminile.
Personalmente non sono contrario a una riforma dell’art 18 ma credo che con questi provvedimenti si rischia soltanto di rendere ancora più complessa la materia e aumentare l’incertezza per le imprese e i lavoratori che si sentono meno tutelati. Concordo con Pietro Ichino quando afferma che sarebbe stato più opportuno limitare l’applicazione della nuova disciplina ai nuovi rapporti di lavoro per evitare che l’ansia da recessione indebolisca politicamente la riforma.
Andrea Virgilio
Capogruppo PD
Consiglio Provinciale Cremona