Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 15.36

Asili Nido Cremona. Dura critica di Cgil-Cisl-Uil

| Scritto da Redazione
Asili Nido Cremona. Dura critica di Cgil-Cisl-Uil

Dura nota di Cgil, Cisl e Uil sulla questione della gestione del servizio asili nido da parte del Comune. “Le scriventi segreterie Confederali Provinciali – si legge in un documento firmato da Donata Bertoletti, Monica Manfredini e Mario Penci e indirizzato a Palazzo comunale – dopo l’incontro con la delegazione dell’Amministrazione comunale, circa la offerta relativa al servizio asilo nido per l’anno scolastico 2014/15, e dopo aver appreso che attualmente i frequentanti il servizio sono 123,  esprimono quanto segue”.  Questo il primo punto: “Tutti gli effetti negativi previsti dalle scriventi segreterie rispetto alla assurda manovra del Comune di Cremona, si sono purtroppo avverate: calo verticale delle frequenze e delle nuove iscrizioni ben al di là del calo registrato in generale dagli asili nido; abbattimento delle entrate comunali che aumenta il divario rispetto ai costi del servizio; danno gravissimo alla competitività del servizio pubblico rispetto a quello privato attraverso la dissennata scelta sull’aumento delle tariffe dell’anno in corso; ulteriori otto licenziamenti di maestre precarie”.

Al secondo punto del documento: “L’odierna proposta dell’Amministrazione, che vede un ridimensionamento della tariffa fissa per la prima fascia (da 200 a 100 euro mensili) e per la seconda fascia (da 250 a 200 euro mensili), che stabilisce per le coppie di due genitori lavoratori e dei nuclei monogenitoriali le tariffe concordate con le OO.SS. lo scorso agosto per l’utilizzo del Fondo sperimentale, che prevede una diversa articolazione del servizio prima infanzia per venire incontro alle mutate esigenze familiari, si presenta come riparatrice al danno causato al servizio comunale. L’Amministrazione cerca finalmente di adeguare le proprie tariffe ai redditi delle famiglie e di offrire orari articolati rispetto alle nuove esigenze. Nel sindacato cremonese rimane la convinzione che tutto questo poteva e doveva essere evitato”.

“Vale la pena ricordare – si legge ancora – le richieste avanzate dal Sindacato già nel luglio 2013, quando ancora si poteva interrompere l’azione messa in atto, che invitava l’Amministrazione Comunale a ri-programmare i servizi per l’infanzia, prevedendo una governance pubblica a garanzia dell’accesso al servizio, ma che nel contempo si potesse confrontare con le realtà private locali, per effettuare una realistica lettura delle nuove necessità  delle famiglie, al fine di

-              realizzare un  sistema d’offerta, articolato e flessibile,  in grado di valorizzare tutti gli operatori del territorio pubblici e privati in una logica di integrazione

-              determinare un regime tariffario non penalizzante per il servizio pubblico rispetto a quello privato

-              mantenere gli attuali  bacini d’utenza

-              dare adeguata garanzia occupazionale agli operatori dei servizi pubblici e privati

-              dare risposta alle necessità conciliative delle famiglie

Oggi le nostre richieste vengono parzialmente accolte, ma in un contesto radicalmente mutato di cui è difficile comprenderne l’evoluzione”.

In conclusione: “Rinnoviamo quindi la richiesta che sia l’Amministrazione comunale ad assumere le redini di una ri-lettura delle necessità locali rispetto ai servizi per l’infanzia, in un’ottica non di taglio dei costi, ma di investimento in una offerta educativa e di servizio alle famiglie che lavorano ma anche per quelle che non lavorano, nella consapevolezza che la scuola è sempre luogo di integrazione e di crescita. E’ in quest’ottica che si deve lavorare per tornare a riempire le sezioni comunali, offrendo servizi di alta qualità a tariffe accessibili a tutte le bambine e i bambini. A questo proposito si rinnova la richiesta, più volte avanzata, che vengano offerti gli stessi servizi con le stesse tariffe, anche alle famiglie dei  bambini residenti in comuni diversi attraverso opportuni  accordi con i comuni interessati. Si chiede quindi al Comune di Cremona di farsi promotore di tale ipotesi con i sindaci del distretto, avvalendosi della collaborazione dell’Azienda Sociale. S’invita inoltre il Comune di Cremona, a supportare l’ipotesi del sindacato confederale di proporre agli Enti locali, patti territoriali per favorire la diffusione, a tariffe calmierate, di servizi ed opportunità  educative per la prima e primissima infanzia”.

 

TABELLE RETTE DI FREQUENZA NIDI 2014-2015 DIRAMATE DA Cgil-Cisl-Uil

http://www.welfarenetwork.it/images/nuoveimm/allegati2/tabelle-rette-di-frequenza-nidi-2014.pdf

2014-03-14

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