Sulla necessità di rendere operativo il progetto erano intervenuti tre esponenti del PD: Roberto Galletti (segretario cittadino), Andrea Virgilio (assessore comune di Cremona) e Carlo Vezzini (Presidente della Provincia). In queste ore invece i consiglieri comunali di Cremona Roberto Poli e Luca Burgazzi (entrambi Pd , mettendosi contro i vertici sia del partito che istituzionali assumono una linea diversa ritenendo che questo collegamento non sia di primaria importanza.
Su questo tema anche la maggioranza, a livello regionale, si è dimostrata divisa : Maroni l’ha definita necessaria, l’assessore Fava si oppone strenuamente alla realizzazione dell’opera. Il Ministro Del Rio invece la conferma.
Di seguito uno stralcio della nota di Burgazzi e Poli diffusa alla stampa: ‘L’autostrada è stata inserita nelle priorità viabilistiche dalla Regione Lombardia nel 2002: scelta considerata talmente strategica che siamo ancora al palo, anche se l’iter autorizzatorio ha fatto il suo percorso” sottolineano. Ma c’è di più: dopo tanti anni, si tratta di un progetto “ormai superato, per ragioni del tutto ovvie, legate ai forti cambiamenti del contesto avvenuti nell’arco di quasi 15 anni”.E’ un progetto superato dal punto di vista del bilancio costi-benefici: da un lato risultano in diminuzione i flussi di traffico autostradali mentre il piano economico li prevedeva in aumento, e dall’altro è aumentata la criticità oltre che la sensibilità ambientale e i costi di consumo del suolo appaiono eccessivi rispetto ai benefici” spiegano Poli e Burgazzi. “A riprova di ciò, i progettisti hanno infatti fatto una revisione al ribasso, con una riduzione delle corsie e del costo del 20%. E tuttora appare complicata la sostenibilità finanziaria .E’ un progetto superato rispetto all’attuale contesto socio-economico e alle prospettive di crescita e sviluppo che non seguono più i modelli di fine Novecento, ma che si fondano su innovazione, nuove tecnologie e quindi anche su una mobilità sostenibile e intermodale. Per uscire dall’isolamento oggettivo in cui versa il territorio della bassa Lombardia non è utile rincorrere con trent’anni di ritardo modalità di sviluppo non più attuali. Serve ripensare anche nell’ottica della futura Area Vasta un territorio con le sue specificità e le sue possibili linee di sviluppo e rivalutare i progetti infrastrutturali’.