Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 22.37

Basta tagli alla sanità pubblica | L. D’Avossa (Cremona)

Si continua sulla strada dei tagli al personale e della riduzione dei posti letto.

| Scritto da Redazione
Basta tagli alla sanità pubblica | L. D’Avossa (Cremona)

Gentile direttore, ho parlato in questi ultimi giorni con diversi operatori del nostro ospedale, alcuni dei quali ricoprono ruoli importanti. Tutti sono sconvolti e preoccupati per il nuovo piano organizzativo che prevede, soprattutto per gli infermieri, un futuro tutt’altro che sereno, le cui conseguenze ricadranno inevitabilmente sul malato. E’ un ‘déjà-vu’, ma si continua sulla strada dei tagli al personale e della riduzione dei posti letto. Il nostro ospedale è nato con 1.500 posti letto che ora sono ridotti a meno di 500. Ciò è stato possibile grazie alla riforma sanitaria del 1992 voluta dal ministro De Lorenzo, il cui scopo principale era quello di far uscire dagli ospedali i partiti politici che, invece, sono rientrati con maggiore arroganza a tutto campo con stipendi scandalosi. Le figure apicali di ogni struttura, decise dalle segreterie dei partiti, percepiscono in toto un milione di euro l’anno. Caro direttore, provi a moltiplicare questa cifra per tutti gli ospedali, le Asl, le Case di riposo (se vuole anche le cliniche private) e otterrà un risultato ‘mostruoso’. Se poi pensiamo che molte di queste figure sono semplicemente inutili, dobbiamo concludere che ci troviamo di fronte ad un problema enorme di sprechi. Questo è un campo in cui il dottor Cottarelli, responsabile della spending review, dovrebbe affondare il bisturi. Sull’opuscolo che illustra la nuova organizzazione del lavoro all’interno dell’ospedale (accorgimenti, spostamenti, eliminazioni…) campeggia il titolo ‘Il paziente al centro’. Ci voleva la dottoressa Mariani per capire che il paziente deve essere sempre al centro, ignorando che il TDM prima e il Centro Tutela Diritti del Malato poi si sono battuti per oltre 30 anni senza ottenere risultati. Dichiarare ‘Il paziente al centro’ è una chiarissima ammissione di colpa, della quale dobbiamo prendere atto. Nello stesso tempo è u n’offesa al personale tutto, che si è sempre prodigato con  abnegazione a seguire il malato. Concludo con una bella notizia: un primario che conosco bene si è rifiutato di far firmare quella ricevuta offensiva, in cui si rinfaccia al malato il costo della sua degenza. A questo primario va la mia totale solidarietà con l’auspicio che il suo esempio venga seguito dagli altri.

Licio D’Avossa  (Cremona

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